Negli anni Settanta e Ottanta l’album dal vivo ricopriva un ruolo particolare, suggellando spesso la carriera di una band, che veniva immortalata nella sua dimensione ideale, il palco. Se con il passare dei decenni alcuni dischi in tal senso sono divenuti iconici – da “Made In Japan” in giù – è singolare che un artista come Ronnie James Dio abbia aspettato così tanto per dare alle stampe un lavoro di questo tipo, ad eccezione del breve ed interlocutorio “Intermission” degli anni Ottanta.

A riempire questo vuoto ci pensa quindi nel 1998 “Dio’s Inferno. The Last In Live”, compendio del tour a supporto del tanto bistrattato “Angry Machines” di un paio di anni prima.

Per capire il contesto in cui “Dio’s Inferno” viene pubblicato, occorre fare un piccolo passo indietro: se il buon Ronnie era stato tra gli idoli assoluti dei rocker nei ruggenti anni Ottanta, fresco fresco dei suoi trascorsi con Black Sabbath e Rainbow, oltre che protagonista di una buonissima carriera solista, le cose nel decennio successivo non sarebbero andate allo stesso modo. Dopo una effimera reunion dei “suoi” Sabbath, che si sarebbe concretizzata nel discreto “Dehumanizer” del ’92, i tentativi di svecchiare il proprio suono tentando di renderlo più “moderno” non avrebbero convinto più di tanto, nonostante la bontà di un disco come “Strange Highways”. Il successivo “Angry Machines”, del 1996, sarebbe andato incontro alla stessa sorte, venendo giudicato sottotono dai più, anche a causa di un chitarrista, Tracy G, troppo distante dallo stile classico e ricercato dei vari Vivian Campbell e Craig Goldy.

Come si suol dire, però, la classe non è acqua e di certo un paio di album discutibile non può mettere in discussione decenni di carriera.

“Dio’s Inferno”, infatti, si rivela essere un prodotto di qualità, ben suonato – impossibile aspettarsi il contrario – e con una scaletta piuttosto equilibrata, che va a pescare in un po’ tutta la discografia del folletto di New York.

Chi ha avuto la fortuna di ammirare dal vivo le gesta del grande Ronnie James di certo saprà che al Nostro la grinta ed il carisma non mancavano di certo e questo doppio CD ha il merito di restituire in maniera piuttosto fedele l’atmosfera che si respirava durante un suo concerto.

Dopo l’intro di rito partono subito le danze con “Jesus, Mary And The Holy Ghost”, brano simbolo di quelle sonorità post-“Dehumanizer” che tanto avevano fatto discutere, roccioso e potente. Paradossalmente, nonostante il tour sia quello di “Angry Machines”, ad essere letteralmente saccheggiato è lo storico “album number one”, “Holy Diver”, che nel 1983 diede il via alla nuova carriera del cantante italoamericano. “Straight Through The Heart”, “Don’t Talk To Strangers” e “Stand Up And Shout” , oltre all’immortale title-track, ci ricordano perché Ronnie James Dio continui a mancare a molti: brani potenti, elettrici e strascinanti, autentici Bignami di ciò che l’heavy metal dovrebbe essere.

Tutti i musicisti offrono una grande prestazione, anche il tanto discusso Tracy G, protagonista di una prova muscolare: non un guitar hero, ma di sicuro convincente. Come poi non spendere due parole per quel terremoto di Vinny Appice? L’eterno sodale di Dio si conferma uno dei migliori pesta-tamburi del rock, grazie ad uno stile tellurico e personale.

Tutto il concerto è un susseguirsi di brani storici: da una lunga e sentita “Heaven And Hell” si passa all’accoppiata “Mistreated/Catch The Rainbow”, che forse non riesce a competere con le versioni presenti nel mitico “On Stage”, ma che regala comunque più di un brivido.

Segue una carrellata di altri grandi brani, tutti pezzi noti a chiunque abbia a casa qualche LP di hard rock ed heavy metal, ma un ripasso non fa mai male, soprattutto quando a cantare c'è il buon Ronnie in persona. Ecco quindi "Rainbow In The Dark", "Mob Rules" e l'immancabile "Long Live Rock'n'Roll", ottima per ricordare che grande gruppo furono i Rainbow (quelli veri!). Il gran finale è affidato alla rodattisima "We Rock", pezzo da novanta che dal vivo aveva sempre il suo bel tiro.

"Dio's Inferno" si rivela essere quindi un prodotto ben confezionato, forse un po' breve, ma comunque notevole, che può interessare sia chi dei Dio conosce a memoria l'intera discografia sia chi invece si avvicina al gruppo solo ora. Negli anni a seguire sarebbero usciti altri lavori simili, come l'ottimo "Evil Or Divine", ma questo "Dio's Inferno" nonostante il passare del tempo continua a difendersi più che bene e merita più di un ascolto. Horns up!

Dio:

  • Ronnie James Dio, voce
  • Tracy G, chitarre
  • Larry Dennison, basso
  • Scott Warren, tastiere
  • Vinny Appice, batteria

“Dio's Inferno. The Last In Live”

CD 1:

  1. Intro

  2. Jesus, Mary And The Holy Ghost

  3. Straight Through The Heart

  4. Don't Talk To Strangers

  5. Holy Diver

  6. Drum Solo

  7. Heaven And Hell

  8. Double Monday

  9. Stand Up And Shout

  10. Hunter Of The Heart

CD 2:

  1. Mistreated/Catch The Rainbow

  2. Guitar Solo

  3. The Last In Line

  4. Rainbow In The Dark

  5. Mob Rules

  6. Man On The Silver Mountain

  7. Long Live Rock'n'Roll

  8. We Rock

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