Durante questi giorni mi sono adoperato al rispolveramento dei vecchi dischi dei Dio che ormai giacevano tra la polvere da anni. Avrei potuto recensire uno dei suoi dischi maggiori ma, a mio modo di vedere, è più interessante parlare delle piccole pubblicazioni.
Inserito quindi il live ep "Intermission" del 1986 nel mio stereo mi sono dedicato all'esaminarlo nei suoi punti forti e in quelli meno riusciti. Spero che la seguente recensione vi sia gradita e che possiate leggerla ascoltando un brano del lavoro (es."Sacred Heart")
Il disco si apre con l' opener ideale dell' epoca: "King of Rock'n'Roll" è un brano veloce e coinvolgente, molto "Dio" nel sound, con un ritmo incalzante ed un refrain accattivante. Questa è ben suonata e mette subito in chiaro due cose, una positiva e una negativa: la band è al massimo e la produzione sporca e un pò confusa. "Rainbow in The Dark" non è altro che un gradito estratto dall'ottimo esordio e diverte con un allegro uso delle tastiere. Di ben altro calibro è la title track dell'ultimo album uscito all'epoca, che denota una buona attinenza live risultando epica e forse lunga un minuto più del necessario. "Sacred Heart" parla di draghi maghi e tematiche fantasy e si dimostra appropriata e memorabile soprattutto in questa versione. L'album contiene anche un lungo medley di "Rock and Roll Children","Long Live Rock and Roll"e "Man on the Silver Mountain". Buona prestazione pure qui, anche se, quasi dieci minuti di fila possono essere pesanti. Ci pensa la classica "We Rock" a chiudere in bellezza il disco con tutta la carica che ha reso famoso il "folletto" in una veste più coivolgente e veloce che su "The Last in Line". Rimane "Time to Burn", l'inedito studio dell'ep, questo rappresenta un buon punto a favore dell'album essendo melodico e grintoso allo stesso tempo, con un ritornello catchy e un buon tiro.Un buon ep che dimostra tutta l'attinenza in sede live della band ma che per difetti di produzione e una lunghezza davvero striminzita farà storcere il naso ai più esigenti e a chi è abituato a produzioni live moderne e definite.
Questo "Intermission" è la prima testimonianza live della band ed è quindi un importante tassello nella discografia della stessa, in grado di dare un'immagine seppur parziale di cosa rappresentava assistere a un live dei "Dio" in quegli anni. Voto 3,5
Carico i commenti... con calma