Dir En Grey
Dum Spiro Spero

Prima le presentazioni. I Dir en Grey sono un eclettico gruppo giapponese, formatosi nel lontano 1997. Band che si inserisce nel filone del Visual Kei, letteralmente "stile visuale", genere estetico e non musicale (badate bene), che indica quei musicisti accomunati dalla propensione all'utilizzo massiccio di scenografie e travestimenti. Discorso a parte per la catalogazione musicale: i Dir en Grey nascono come gruppo Nu Metal, successivamente si assestano lungo le coordinate metalcore per giungere, infine, ad un metal progressivo caratterizzato da una forte vena ibrida.

Quello che mi appresto a recensire è l'ottavo album della band, il più recente, "Dum Spiro Spero", il cui titolo latino sta per "fino a quando respiro, spero". Dirò subito che questo è un disco in pieno stile Dir en Grey, che si concretizza, paradossalmente, nell'assenza di uno stile musicale definito (scusate il gioco di parole). I musicisti suonano di tutto: Grind/Death (Different Senses), Metalcore progressivo (Diablos), Metal tooliano/meshugghiano (The Blossoming Beelzebub, Lotus). Ciò che colpisce è l'estrema dinamicità e fruibilità della proposta musicale, che sebbene articolata risulta di immediato impatto, merito anche della voce del singer Kyo, capace di districarsi con agilità fra growl, screaming e acuti puliti. Dal punto di vista prettamente strumentale, ogni musicista fa il suo dovere, a parte il basso forse un po' sacrificato: le chitarre disegnano riff death, prog, metalcore e nu metal con agilità, mentre il batterista dinamizza il tutto ora con blast beat, ora con sezioni ritmate, tipicamente prog, rendendo ogni canzone godibile e caratteristica.

Il difetto principale del disco è forse quello di rischiare di essere eccessivamente derivativo per i puristi e troppo semplicistico rispetto alle proposte "incatalogabili" europee ed americane (Tool, Between the Buried and Me, Meshuggah su tutti). Ciò però non toglie nulla ad un disco accattivante che farà felici tutti gli amanti delle sonorità "di mezzo".