Il 1995 è l'anno in cui Mark Knopfler decide di farla finita, fortunatamente non in senso stretto ma relativamente alla creatura da egli plasmata: i Dire Straits cessano ufficialmente di esistere. Una quindicina di anni, sei album e mezzo in studio, due e mezzo dal vivo, una raccolta, milioni di copie vendute, un migliaio di concerti, qualche centinaia di polsini da tennis cambiati, diversi zeri in più sul conto in banca. Dopo tutto questo, la PolyGram ricorda ad un Mark Knopfler già avviato verso un'imminente carriera solista (di lì a poco uscirà "Golden Heart") che stando agli accordi manca ancora un album da pubblicare; viene così recuperato un vecchio concerto dei primi, primissimi Dire Straits registrato il 22 Luglio 1978 in cui sostanzialmente la band londinese presenta il loro primo lavoro, giungendo così ad una chiusura discografica del cerchio.

Ascoltando via via "Down To The Waterline", "Six Blade Knife", "Water Of Love", "Wild West End", "Sultans Of Swing" e "Lions" si riscopre qualcuno che avevamo conosciuto ragazzino, tanto tempo fa, e che nel frattempo è cresciuto guadagnando esperienza e sicurezza di sè, a discapito della propria genuinità; doveva sembrare strano riascoltare nel 1995 quello che inizialmente furono i Dire Straits, qui privi di pianoforte, tastiere, sassofono, slide guitar, flauti e quant'altro, forti solo della loro formazione originale dal suono orientato ai palcoscenici di quei locali piccoli e fumosi. La riproposizione dal vivo dei pezzi provenienti dall'esordio del 1978 non si discosta quasi per nulla dalla versione presente sul disco in studio, al che l'unico vero motivo di interesse nell'ascolto di quest'ultima pubblicazione diventa "What's the Matter Baby?", brano facente parte delle setlist dell'epoca ma mai apparso su rilasci ufficiali, e sentendolo ora ci si chiede perchè: la canzone ha un'ossatura energica e forte, ben ci sarebbe stata sul disco d'esordio o sul successivo "Communiqué", magari al posto di qualche altro pezzo meno convincente ("Angel Of Mercy" o "Follow Me Home"). Questo non solo è l'unico episodio in cui Mark e David Knopfler scrivono assieme un brano, ma è anche l'unico caso in tutta la discografia dei Dire Straits di un pezzo scritto a quattro mani ("Money For Nothing", pur essendo di fatto accreditata anche a Sting, è tutta farina del sacco di Knopfler).

Per cercare di arricchire il valore di quest'ultima fatica (se così si può definire) viene buttata nel calderone, in chiusura, un'esecuzione dal vivo di "Tunnel Of Love" datata 31 Gennaio 1981, poco significativa dato che è strutturalmente identica alla versione già presente in "Alchemy" ma qualitativamente più povera dal punto di vista della registrazione. Sarebbe stata più gradita qualche altra ripresa live di brani provenienti dagli esordi e mai troppo considerati durante la carriera, come "Lady Writer", "In The Gallery" o "Single Handed Sailor".

In copertina Mark Knopfler è pezzato da far schifo ma da lì in poi la musica del chitarrista britannico diventerà sempre più tranquilla e quieta, in linea con l'avanzare della sua età. Questa resta ad oggi l'ultima volta in cui il nome dei Dire Straits è uscito sul mercato con qualcosa di inedito da offrire e ho ragione di credere che tale rimarrà, avendo lo stesso Knopfler più volte rifiutato proposte miliardarie per riformare il gruppo in questi ultimi tempi in cui si stanno riunendo cani e porci in cerca di soldi. Mark Knopfler continui pure a fare musica finchè respira, può fare solo del bene al mondo, ma i Dire Straits restino fermi lì dove sono. Al 1995.

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