Il ritorno di fogna non é così male se ci si fa il naso. Al proprio riflesso sullo specchio, invece, non ci si abitua mai.

É altrettanto vero, però, che dalla rassegnazione nasce l'ultima, disperata forma di autoconsapevolezza. Lo sanno bene anche i Discomostro, giunti al capitolo conclusivo della 'trilogia della sopravvivenza'

Sarà per questo che per la prima volta da "Mostrofonia" (2016, professional punkers rec.), la creatura del Carlame (ex Skruigners) raccoglie forza e lucidità per spostare l'attenzione rispetto a sé stessa e misurarsi col proprio contesto ('Gelato') .

Confondendosi nella mischia, il nostro ha tutto il tempo per poter osservare vizi e virtù di un genere abbrutito dalla propria natura fallace, dipingendone un ritratto informe, non sbiadito, funestato ora dal dubbio sulle proprie scelte ('Temporale') ora dalla nostalgia di qualcosa che non é più ('Madrid').

Non é ira, né scoramento. É una sentenza a cuore aperto. Quando non incombe al passo del suo hardcore cadenzato e preciso, canzona coi suoi inserti rock'n'roll, spariglia il mazzo e riscrive le regole di un numero da freak show che vede esibirsi il pubblico pagante.

Poi, preso dalla frenesia di volerlo a tutti i costi abbracciare, con fare incerto ma tutto sommato ricucito con i suoi trascorsi più tormentati e resosi conto quanto basta della distanza che lo separa dai suoi simili, il mostro si ricompone un pezzo per volta, si alza sulle proprie gambe e si fa strada a passo dinoccolato lungo il proprio sentiero, affidandosi al fiuto che lo porta al familiare ritorno di fogna.

Odore di casa, che sorprende proprio mentre di fronte allo specchio.

Elenco e tracce

01   Aprile (00:00)

02   Stuzzicadenti (00:00)

03   Temporale (00:00)

04   Troppo (00:00)

05   Gelato (00:00)

06   Diciotto (00:00)

07   Treno (00:00)

08   Madrid (00:00)

09   Chessete (00:00)

10   Perfetto (00:00)

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