Prima che qualcuno di voi esordisca dicendo "Ma che cazzo di genere suonano i Dismal?", beh, eccomi rispondere immediatamente..... non lo so. Non l'ho proprio capito. Non ne ho una cazzo di idea.
Nei vecchi lavori credevo suonassero uno pseudo gothic infarcito di sonorità elettroniche ma, già in "Rubino Liquido", il gothic andava sempre più scomparendo. Qui, invece, è estinto completamente. Caput!
"Miele dal Salice" è il terzo lavoro dei piemontesi e, sinceramente, mi ha messo addosso sensazioni quali angoscia, paura, tristezza... Il suono della band non è classificabile in nessuno degli stereotipi metal-rock in genere. Ciò che risalta fortemente in tutte le composizioni sono le tastiere che costituiscono il trademark del sound della formazione, tale da riuscire a creare un mondo intriso da una verve malinconica-fiabesca. Ora, non so se, alla fine dell'ascolto, sono io ad essere totalmente rincoglionito da non capirci più un cazzo o, sono loro ad essere dei geni. Ma valutare un lavoro del genere è davvero un'impresa mostruosa, degna del miglior critico d'arte (cosa che, almeno io, non mi sento).
Altro elemento caratteristico del songwriting è il cantato (se così può definirsi, visto che la singer passa molto più tempo a parlare o, meglio, a sussurrare) della singer. Invero, Rossana, trasmette un'aura talmente poetica da trastullarti completamente le cervella e trasportarti all'interno di questo immenso ed indefinito mondo fiabesco, dove la bellezza, sembra, esserne la protagonista ed indiscussa padrona. "La Conversione di Shani" richiama, col suo sound, l'India, attraverso l'uso di sitar e percussioni. E il suo intro parlato mette davvero i brividi. Da non ascoltare al buio e da soli. Infine, la nostra singer, si supera nella stupenda "Anima Sciolta", nella quale si rimane sedotti dall'ispirazione della band e, soprattutto, della ragazza. Un vero talento. Talento che si concede anche momenti di parlato francese e, in "Lana", riesce a star zitta. Si, perché "Lana" è una piccola e brevissima gemma strumentale. Meravigliosa.
In conclusione, io, non ho ancora capito cosa accidenti di genere stessero tentando di suonare i Dismal. Ma, a conti fatti, son convinto di una cosa. Questo disco è meraviglioso, stupendo, immortale, unico. Un piccolo capolavoro di un genere indefinito. Ma, come sempre accade, è un disco per molti ma non per tutti.
Da NON acquistare a scatola chiusa.
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