Piacevole sorpresa.

I "Dolce Mente" esordiscono in questo 2008 con "Il Temporale Estivo", un EP autoprodotto, i cui brani possono essere interamente ascoltati su myspace.com/dolcementeband.

I Dolce Mente sono abbastanza lontani da un certo pop di tendenza di questi ultimi due-tre anni, a cui si sono votate innumerevoli band emergenti (I'M From Barcelona, , tanto per citarne qualcuna), anche con discreta bravura, oscillando tra il pop veloce con evidenti tendenze new-wave (per esempio, Black Kids), o il catchy-pop tutto coretti, clapping e tastierine talvolta troppo invadenti (per esempio, I'M From Barcelona e Spinto Band).

I Dolce Mente, piuttosto, percorrono un sentiero tutto proprio. Sebbene debitori ad alcune intuizioni avute da band come Notwist, Grandaddy e Death Cab For Cutie (tanto per fare qualche scontato riferimento, ma quale gruppo pop del duemila non è almeno un po' debitore a queste band, se non addirittura clone?), il percorso intrapreso dai Dolce Mente denota personalità e carattere propri.

Un pop con lievi spruzzi di elettronica sapientemente ed opportunamente elargiti, pochi tocchi di tastiera, qualche graffio di chitarra, morbidi rintocchi di basso e attenti colpi di batteria. Su tutto una voce e dei testi abbastanza curati, che denotano un'attitudine cantautoriale. Per essere un EP e un lavoro d'esordio, per giunta autoprodotto, sorprende l'arrangiamento.

La title-track e brano d'apertura, "Il temporale estivo", vede insinuarsi gradualmente, dopo un incipit alla Grandaddy, sonorità notevolmente più sbiadite e timide rispetto a quello che ci si attenderebbe dai "nonni" americani di Modesto, California. Il risultato è un piacevole contrasto. Cantata in inglese sarebbe un ottimo brano indie-pop da esportazione, sebbene la validità dei testi lascia capire la scelta compiuta dalla band di perseguire l'obiettivo della gloria a lungo termine a discapito di immediati traguardi commerciali tanto facili quanto fugaci.

E, in effetti, le canzoni successive sono ancora più intime, sia a livello di musiche che di testi (tanto da ricordare in più di un'occasione alcune felici intuizioni degli Sparklehorse), ed esprimono un songwriting maturo, consapevolmente attento a non strafare. Nella successiva "Pensarci ancora" si scorge un'anima rock lievemente distorta, che richiama da lontano certi suoni dei Pavement.

In "Oceano", così come in "Attore di circo" (rispettivamente terzo e quinto brano) gli strumenti sono tali per definizione: "solo" "strumenti", appunto, incondizionatamente al servizio della voce e dei testi. "Niente" è la più "circolare" dell'EP: sembra di intravedere le costruzioni chitarristiche dei Giardini Di Mirò arricchite dalla dolcezza degli Yuppie Flu.

In definitiva, i Dolce Mente sembrano consapevoli delle proprie potenzialità e saggiamente decidono di non oltrepassare quel confine che li farebbe cadere nel virtuosismo e nel manierismo di genere, col rischio di farli apparire arroganti. Decidono, allora, per un pop minimale e discreto, con gusto per la melodia e attenzione per i dettagli. Un lavoro ottimamente curato e mai banale, che evoca immagini, colori ed emozioni rarefatte.

Sono appena nati, ma sembrano già grandi.

Cinque stelle per la bravura dimostrata e come incoraggiamento per il futuro.

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