Un po' di storia...
Nei circoli di DeBaser non si è spesso sentito parlare di Crust Punk, quella varietà di Punk fusa con Metal estremo a livelli di sporcizia altrettanta estrema.
Inghilterra. Siamo più o meno alla metà degli anni '80 quando comincia a diffondersi, seguendo l'esempio di capostipiti del genere, quali Amebix (ritenuti i primi ad aver mischiato Anarcho Punk e Metal estremo) e Discharge (ritenuti il gruppo D-Beat per eccellenza).
Nel 1987, a Birmingham, dopo diversi anni di prove e cambiamenti di line-up (per qualche tempo militò anche Mick Harris, poi batterista storico nei Napalm Death), nascono ufficialmente i Doom e le prime uscite discografiche. Da menzionare la Peaceville Records, etichetta indipendente, che nacque in quel periodo e pubblicò non poco materiale per il gruppo.
La storia quindi parla chiaro: Black Sabbath, Traffic, Napalm Death, Godflesh e pure i Doom ci dimostrano che bazzicare in quel di Birmingham porta benissimo.
L'EP "Police Bastard" uscì come 7" nel 1989 tramite Discarded Records, al prezzo di 1,30£. Personalmente lo considero un "must have", consigliatissimo agli amanti dell'Hardcore Punk d'annata e del Grindcore (di cui furono a modo loro tra i precursori del genere). Il contenuto è di 5 tracce per la durata di 8 minuti; come già ci si poteva aspettare, brani super-veloci e dalla breve durata.
Un disco decisamente controverso, forse più per testi e artwork: come potete notare, la copertina raffigura un poliziotto inglese con il copricapo tipico marchiato da una swastika nazista.
Le liriche, sebbene incomprensibili al 95% all'ascolto, sono incentrate sulla fugacità della vita ("Circles"), sull'ipocrisia degli uomini in divisa (omonima traccia "Police Bastard"), sul marcimento della società e la sua superficialità ("Diseased") ma anche di unione tra i popoli (come recita "Means To An End")
Il sound che ne scaturisce, invece, è quello caratteristico del Crust: grida furiose su veloci, violente e grezze basi che trasudano ruggine e nichilismo.
Questi gentili signori furono tra i preferiti del maestro John Peel, tra l'altro.
PLAY FAST OR DIE.
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