Sarei sopreso del contrario.

Provando a girovagare sul web per trovare informazioni sui Dope Stars Inc. ci si imbatte nelle più disparate descrizioni, da band che prende ispirazioni dai M. Manson, a "metal del nuovo millennio", senza tralasciare i diversi pseudo generi che vengono accostati al gruppo, ovviamente tutto rigorosamente scritto in inglese, francese, tedesco, addirittura portoghese; peccato che parliamo di una band fondamentalmente italiana. Il gruppo è capitanato da Vittorio D'amore (in arte 'Victor Love', l'italiano con la chitarra non paga, lo sappiamo), anche se per dirla tutta l'ultimo strumento che si possa abbinare alla industrial rock band romana è proprio la chitarra ( a dispetto di sintetizzatori a iosa ).

Il terzo lavoro della band intitolato "21st Century Slave" è ancora una volta un misto di industrial/elettronica/synth con una sfacciata predosispozione a remix dance da far rabbrividire gli amanti del puro metallo. Rimane inoltre invariata la formula di titolo ad 'effetto' con tanto di riferimento a condizioni sociali più o meno futuristiche ( "Digital Warriors", "The World Machine") e con le solite buone basi synth immagazzinate in un anomalo industrial spiccatamente melodico. Dopo la traccia di apertura " Omega Drones", si entra subito nel vivo dell'album con la title-track "21st Century Slave", con il solito ritornello 'loopato' e meccanizzato, mantenendo costante quindi la caratteristica predominante della band, ossia il costante borbandamento di suoni robusti e pesanti abbondantemente addolciti da ritmiche e basi spudoratemente radiofoniche ( eccetto che per le radio del nostro caro 'belpaese' ).

A conferma della vena cool del cd, troviamo è "It's Today", ciò che lascia perplessi è non solo la ridondanza del leader e vocalist V. Love, ma sono da sottolineare anche dei testi pesantemente moralisti in cui si rimprovera superficialmente tutto a tutti (ad iniziare dal titolo dell'album) senza però considerare che l'arma in più del disco stesso è proprio la sua altissima e forzata orecchiabilità. Continuando sulla falsariga dei lavori precedenti si trova la buona "When I See You Smile" e l'adrenalinica "Criminal Intents", forse pezzo più riuscito del lavoro per naturalezza e convinzione. Buone anche "Outlaw Thrones" e "Neuromantics" (quest'ultima non originalissima nel titolo che prende evidente ispirazione dal primo nonchè miglior lavoro della band "Neuromance", il che è sintomatico di una creatività non proprio eccezionale), infine degna di nota anche la già citata "The World Machine", che offre qualcosa di diverso e fresco in un album che sa un pò di lavorato e spremuto.

Concludo dicendo che l'album si mantiene all'incirca sui livelli del precedente "Gigahearts" (per chi non li conoscesse l'ossessione di mescolare sostantivi vicini all' informatica, alla chimica, alla tecnologia è un chiodo fisso della band), tuttavia il lavoro si dimostra non all'altezza degli esordi e soprattutto non all'altezza di contrastare per qualità e durezza i lavori di cugini cattivi come i quasi omonimi "Deathstars" o "A Dark Halo". Tuttavia il disco meriterebbe molta più considerazione e pubblicità nel bel paese, ma ciò potrà accadere molto difficilmente per ovvie ragioni di 'usi e costumi' tipicamente italiani, se accadesse sarei sopreso di ciò, wikipedia docet.

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