Certo che ci va una bella faccia tosta a pubblicare un disco come "Gigahearts"! E quanto da me affermato deve essere inteso con accezione positiva. Infatti ritengo che si debba essere sia consapevoli della propria ruffianeria che coscienti di avere le capacità per comporre un album altrettanto ruffiano.

Laddove il termine ruffiano è utilizzato al fine di mettere in risalto come il saper dove e come agire (in ambito musicale) può tornare molto utile a chi è in cerca di una fetta di successo commerciale in un ben determinato ambito. Qui non vi è nulla che non sia stato pianificato e concepito al fine di accaparrarsi i favori di chi si troverà ad ascoltare il secondo lavoro esteso della formazione italiana, dal look al sound. Siamo nel bel mezzo di una apoteosi di derivazione Marylin Manson, White Zombie/Rob Zombie, My Life With The Thrill Kill Kult e Shotgun Messiah applicata in un contesto che a volte strizza l'occhio all'EBM, altrove al metal cibernetico e al dark rock più movimentato.

Sempre nel nome di una scrittura delle canzoni che non mostra sbavature e che è stata progettata con cura maniacale e per non venire meno a quello che è il patto con il diavolo che i Dope Stars Inc. hanno siglato: essere, fondamentalmente, un gruppo pop.

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