Album d'esordio per il progetto parallelo di Josh Klinghoffer (per chi non lo sapesse attuale chitarrista dei Red Hot Chili Peppers).

Come l'amico e predecessore John Frusciante, i suoi progetti solisti/paralleli sono sempre quanto di più lontano vi possa essere dallo stile della sua principale band, per cui anche se i Red Hot non sono proprio la vostra band preferita potrete sicuramente apprezzare ugualmente il lavoro in questione.

Il genere proposto dall'ensemble capitanato dal nostro può essere classificato come un rock elettronico/sinth pop molto sperimentale, con vaghe influenze radioheadiane: ritmica molto scarna ed essenziale, atmosfere eteree e sognanti intessute da piano, tastiere e sinth, e su tutto la chitarra minimalista e la voce squisitamente androgina (detto in senso buono) del talentuoso Klinghoffer (anche autore di tutti i pezzi), semplicemente perfetta per esaltare le atmosfere dell'album.

L'album si apre con "Order/Disorder", bel brano con tiratura da possibile singolo, nel cui finale si sentono molti echi dei già citati Radiohead; la canzone comunque non esemplifica al meglio l'atmosfera generale dell'album, che si dipana meglio con le successive "Idleidolidyl" e "Eye Opener", ottima soprattutto la seconda, rarefatta ed emozionante, delicata e sognante. Tutto l'album si muove tra queste atmosfere, senza nessuna caduta e con notevoli picchi (sentire il crescendo finale della title-track): tutte le canzoni sono dei piccoli gioielli di delicata rarefazione minimalista.

Piccola menzione d'onore anche per la copertina, magnificamente minimalista e che personalmente adoro; una semplice pennelata di colori misti su una tela bianca, immagine che restituisce perfettamente l'album nel suo complesso.

Pur essendo un'opera assolutamente non commerciale, non è per niente difficile da assimilare e da apprezzare, e colpisce fin dal primo ascolto:

Assolutamente da ascoltare.

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