Come i nostri avi, veniamo alla luce nel sangue, con le lacrime agli occhi e la bava che a momenti ci soffoca. Poi siamo amati, cullati(se non gettati dentro un'incubatrice...), nutriti dal latte materno. Ed iniziamo la nostra discesa nell'abisso. Per alcuni esso è accogliente, e ritrovano in esso per molti versi l'utero caldo e consolante, ormai abbandonato... solo molto più spazioso, e , quel che è peggio, molto più affollato: questa maniacalità, più o meno trasfigurata nei loro comportamenti o nelle loro azioni, li getterà nella mischia coi loro simili, tutti uniti nell'ossessione del primato e del comando. Altri invece avranno ben chiaro e distinto finalmente ciò che, nell'utero materno, era da loro solo intravisto, una paura latente, un incubo già sognato migliaia di volte ed insito già nel primo spermatozoo: quella vertigine finale chiamata vita. Per i primi si tratta dell'inizio, per i secondi della fine. Questo stato di fatto si è riproposto uguale eppur diverso in ogni epoca storica. Analogamente alle sorti dell'umanità tutta procede la musica: per gli uni essa è un motivo puramente materiale, merce di sfogo e di svago al contempo; per gli altri, un'essenza puramente spirituale, in grado di sintetizzare anche solo per un'istante il grande mistero che li(ci) circonda.

Di certo chi riesce ad introiettare questo disco dei Double Leopards nella dovuta maniera, appartiene alla seconda frangia... la frangia degli scompisciati, dei giudici inflessibili col prossimo, come con se stessi. E in effetti l'umanità frettolosa e degenerante non può interessarsi a 'sta musica qua: per loro sarebbe come ascoltare il lamento prolungato ed all'unisono dei loro cellulari e telefoni satellitari, riguardo alla triste sorte a cui vanno incontro i loro "padroni". Sento già in coro le mie amiche vestite Gucci che, perplesse, mi chiedono insistentemente: "ma Micky...?! Cos'è sta roba? Come si balla??!"; il loro mascara che si dilata in una smorfia di disgusto... posso azzardare delle risposte, ma chissà, forse le spavento ancora di più... proviamoci: brividi panici rallentati? Sguardo vitreo. No, non ci sta... hai mai sentito una compilation di roba subliminale degli anni '70 chiamata Microgrammes??... "Cos'è Microgrammes?! Una nuova linea di dopobarba??" risolini di contegno... No, nemmeno questo va bene... il progetto di James Plotkin psych-drone-industrial battezzato Namanax?? Mai sentito...? Mi accorgo di parlare con la coda di cavallo di Carmen; infatti la bimba si è girata e, incurante delle mie esposizioni, sta salutando Marco, e la sua gang di scialacquatori, profumati, sexy, dal sorriso e dalla battuta sempre pronta, e così fanno anche le altre due. Sono di nuovo solo con i pensieri, con le mie inutili arzigogolazioni da malato mentale... mi giro anch'io e mi faccio uno spritz, con molto vino e quasi zero Aperol: una vera schifezza... come questo party del resto... E mi torna in mente Adorno, quando asserisce che , comunque agisca, l'intellettuale sbaglia. Egli sperimenta come una questione di vita, l'umiliante alternativa di fronte alla quale il tardo capitalismo mette segretamente tutti i suoi sudditi: diventare un adulto come tutti gli altri o restare un bambino...

Elenco e tracce

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02   [untitled] (18:36)

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