Down, ovvero: il Phil Anselmo che non ti aspetti.
New Orleans è la tana della stretta alleanza sancita sulle sponde del Mississippi, terra di bluesmen, ma anche del puro southern rock dei Seventies, tra due delle bands più notorie nella scena metal statunitense dei primi anni '90: Corrosion of Comformity e Pantera. E sono proprio i due leader di queste bands, Anselmo e Pepper Keenan, a dirigere le operazioni di questo che doveva essere solo un side-project, ma che negli anni si sta rivelando per entrambi il figlio prediletto, quello da cui poter ancora ricavare stimoli e forze per andare avanti nonostante le delusioni dell'ultimo lustro.

Costruito su una solida base sabbathiana, Nola è un album che non deluderà i fan del rock pestato duro, composto di riff intrecciati ad altri riff, dal sapore inequivocabilmente sudista (non a caso... Eyes of the South) e quindi con riferimenti a Lynyrd Skynyrd e, di contrasto, addirittura ai Led Zeppelin del 3° e 4° disco. Non manca una buona dose di orginalità però, perché una voce come quella di Anselmo sopra riff alla Jimmy Page/Tommi Yommi non si era mai ascoltata altrove, e il risultato è un disco apprezzatissimo più dai fan delle vecchie glorie dei leggendari 70's, che non dai fedelissimi dei CoC e dei Pantera.

Lifer, Temptation's Wings, Losing All... Pepper non si muove dalla stessa matrice, ma è in grado di incendiare la voce di Anselmo come non accade più né nei Pantera (ormai sciolti), né nei Superjoint Ritual. Ma è probabilmente Stone the Crow, oltre all'atmosfera paludosa di Jail, la traccia destinata a essere ricordata come uno dei vertici massimi della carriera dei componenti di questa band. Una melodia irresistibile ci accompagna, per tutta la durata del brano, da un angolo all'altro dell'amata/odiata New Orleans, lasciandoci quasi l'amaro in bocca al suo terminare. Splendida.

Rimediate questo disco, o anche il suo seguito datato 2002, se il dottore vi prescrive una cura a base di riff di chitarra.

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