Su DeBaser. vi sono quasi tredicimila recensioni e manca ancora la più banale di tutte: il disco effigiato qui accanto è semplicemente il più venduto di tutti i tempi, di tutte le musiche, di tutto il mondo!
Sta per raggiungere il trentesimo disco di platino (trenta milioni di copie) dopo aver alfine superato "Thriller", attualmente sui 27 milioni e per tanti anni in pole position ma da tempo col fiato corto grazie al definitivo tracollo, morale e mediatico, di Michael Jackson.

Le vendite di un disco non devono influire sul proprio personale giudizio, vero, ma questo campione di vendite non può essere liquidato da chicchessia con un'alzatina di spalle: per arrivare a tale livello assoluto bisogna toccare molte, tutte le corde universali, evidentemente creando qualcosa che condensi la qualità con la leggerezza, il fascino con la semplicità, la passione con la ruffianeria.
Ed allora da grande estimatore dei primi Eagles quelli più genuini dei primi tre quattro album, non riesco ad inquadrare il successo abnorme di questa iniziativa discografica che dagli album in questione preleva l'ovvio, cioè i brani usciti come singoli (e si badi bene niente "Hotel California", che sarebbe stata pubblicata pochi mesi appresso).

La cosa inaudita è che tre dei quattro album da cui fu estratta questa compilation avevano avuto modesto seguito, in altre parole la maggior parte dei "singoli" che formano questa "Raccolta di Successi" non erano a suo tempo entrati in classifica… sono quindi diventati veri effettivi successi stando su questa raccolta e non prima! L'unione ha fatto la forza, insomma. Canzoni che da sole non ce l'avevano fatta si sono ritrovate nell'Olimpo. Vediamo quali sono:

Dal primo album "Eagles" del 1972 è tratta "Take It Easy", indubbiamente la migliore, perfetta ballata elettroacustica on the road, rotolante e brillantissima nei cori e nel testo, grande biglietto da visita del gruppo che l'aveva messa giustamente in apertura dell'album. A suo tempo era entrata un attimo nella Top Thirty americana per poi uscirne subito, vabbè, il primo singolo… C'è poi "Witchy Woman" l'esordio del batterista Don Henley alla voce solista, un rock dall'andamento tribale, niente di speciale, nessuna traccia nelle classifiche dei singoli al tempo. Ancora dal primo album "Peaceful Easy Feeling", vero pallino del chitarrista Glenn Frey che la canta ma il cui compositore Jack Temchin è un suo amico esterno al gruppo: ballata country rock avvolgente e moscia, nessunissimo impatto alla sua uscita.

Dal fantastico "Desperado" secondo album del 1973 è tratta la classica coppiola "Tequila Sunrise" e "Desperado" (una dopo l'altra nel disco originale): due ballate, la prima acustica la seconda pianistica, due perle che però al tempo se le erano filate in pochi. Dal terzo lavoro del 1974 "On The Border" vi è il primo singolo "Already Gone" , un rock "alla Eagles", cioè discreto, carino ma inoffensivo, e la famigerata "The Best Of My Love", ballata fra le meno interessanti della loro produzione ma che invece diede inizio alla loro immensa fortuna uscendo come terzo (sic) singolo dell'album.

Dal quarto ed ultimo (fino a quel momento) "One Of These Nights" del 1975, questo da subito effettivamente un disco di successo, sono ricavate la canzone omonima altro rocchetto un poco reggae e molto paraculo, nonché la statuaria "Lyin' Eyes", perfetta ballatona country rock sapida e valente, ed infine l'ultimo lento "Take It To The Limit", stavolta molto soul ma non per questo mal riuscito giacchè il bassista Randy Meisner se la canta da dio (è sua) con voce stentorea ed accorata, su toni più che tenorili, irraggiungibili dalla stragrande maggioranza dei cantanti di sesso maschile.

Quindi il disco con le maggiori vendite di tutti i tempi è una raccolta di singoli per la maggior parte non di successo, estratti da dischi per la maggior parte di modesto, discreto, non trascendentale successo…

Il mondo è strano, a volte.

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