Appena finito il periodo di obiettore di coscienza, al posto del servizio militare obbligatorio, in Basso Piemonte nel 2005, non ricordo come fossi incappato in una raccolta di 3 romanzi dello scrittore inglese Edward Morgan Forster, e 17 anni dopo ricordarmi di uno di questi, prima del viaggio di ritorno da un evento con un gruppo a Chianciano Terme (in provincia di Siena), nella scelta di fare tappa a San Gimignano, dove quel romanzo è ambientato.

Il romanzo era ‘Monteriano (Là dove gli angeli non osano camminare)’ che una volta arrivato a quel borgo ero riuscito a comprarlo in una vecchia libreria a prezzo basso.

E riletto a Genova, ricordavo poco della storia.

Forster (1891-1970) esordisce all’inizio del ‘900 con romanzi che rappresentano la società inglese nel passaggio dal regno della regina Vittoria (morta nel 1901), il cui periodo è segnato da una forte moralità nei costumi, fino a quello del figlio, re Edoardo VII, un po’ più tollerante: nei suoi lavori che vanno fino a prima degli anni ’20 si racconta dell’incomunicabilità e degli scontri tra le classi sociali (i più famosi ‘Casa Howard’ e ‘Camera con vista’) e poi lo stesso tipo di condizione tra due popoli, uno colonizzatore (gli inglesi) e uno colonizzato (gli indiani) in ‘Passaggio in India’, degli anni ’20.

Monteriano (Là dove gli angeli non osano camminare)’ è il suo primo romanzo, segnato ancora dalla cultura vittoriana dominante, ispirato dalla visita al borgo toscano di San Gimignano, durante un viaggio in Europa con la madre, e il cui nome ‘Monteriano’ è di invenzione sua.

Partenza per Lilia Theobald (vedova di un uomo dell’alta borghesia, Charles Herriton, con una figlia e vissuta nella casa di lui per tanti anni) da Londra per l’Italia in compagnia di un’accompagnatrice, Caroline Abbott.

Dopo avere visitato dei luoghi nel nostro paese si stabilisce con Caroline a Monteriano in una pensione, dove si innamora di un giovane, Gino Carella.

Informata la famiglia del marito morto, la madre di lui, la Signora Herriton, manda il figlio giovane Philip in Italia per dissuadere Lilia e Gino dallo sposarsi per ragioni culturali (lui è italiano, lei è inglese), economiche (lui è ‘povero’, lei è ricca) e morali (lui non è un uomo coerente e lei ha una figlia). Ma il tentativo andrà a vuoto, affermando Gino di essere già sposati.

Qualche tempo dopo Lilia acquista una grande casa fuori dal borgo per lei e Gino: ma da questo momento la sua vita sarà tutt’altro che felice per l’impossibilità di condurre lo stesso tipo di vita da donna emancipata e di frequentazione di persone importanti nella società a casa sua come faceva in Inghilterra, a causa della cultura ‘maschilista’ di Gino che vede la donna in casa e la sua mancanza di conoscenza di importanti persone del posto.

E Lilia si accorgerà molto presto che il suo matrimonio è fallito, essendo stata sposata perché ricca e trascurata da Gino, assente per intere giornate e a volte anche giorni interi da casa per futili motivi.

Non molto tardi Lilia si ammala per esaudire il desiderio di Gino di avere un figlio, che glielo darà ma a costo della sua vita.

Informata tramite lettera dell’esistenza del bambino, la signora Herriton ne parla con Philip, affermando della necessità di portarlo in Inghilterra per dargli un’educazione migliore che quella in Italia.

Fallito il tentativo di offrire somme di denaro tramite lettera a Gino per avere il bambino, manda Philip in Italia con più tardi la sorella Harriet per trattare a tu per tu della faccenda, ma senza risultato.

Decisi a tutto pur di avere il bambino, in una delle due carrozze che di notte li portano alla stazione per tornare in Inghilterra c’è Harriet che ha rapito il bambino ma durante uno scontro con la carrozza con a bordo la sola Caroline si ribalta e il bambino le sfugge di mano, ritrovato più tardi da Philip ma morto.

Mentre i tre rimangono fermi a Monteriano per indagini sulla faccenda del bambino morto, Philip si reca da Gino per raccontargli della tragedia.

Gino impazzisce e si scaglia su un comprensivo Philip che però non ci mette molto a difendersi in un corpo a corpo, fermati entrambi da Caroline arrivata in quel momento a casa di Gino.

Di lì a pochi giorni sul treno che li sta riportando in Inghilterra, mentre Harriet è in ospedale malata per le conseguenze psicologiche sul suo corpo della tragedia del bambino, durante una conversazione Caroline confessa a Philip di amare Gino per la sua bellezza, nonostante la sua mancanza di buone maniere.

Un romanzo di ‘scontro’ fra due culture, con un solo vincitore: quale?

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