Eccola, la perla che si presume voi - DeLlissimi - followers stavate aspettando.
La colonna sonora della Steppa Mongola.
Dopo un weekend passato con una famiglia allevatrice di cavalli, ve lo possiamo garantire: la mattina si svegliano, portano con loro delle casse e mettono questo genere a tutto volume.
Proseguono poi con i loro lavori quotidiani, ma sempre accompagnati da questa colonna sonora mitico cavallerizza.
A nostro parere, poteva andare peggio. E' effettivamente catartica.

link rotto
Al link potete trovare l'aggiornamento completo sulle nostre mirabolanti imprese mongole, che era un pochino troppo lungo per essere appiccicato qui.

P.S. a voi tutti è concesso un solo utilizzo della battuta "Mongoli". Dobbiamo pur contenere il trash, no?
Se fate i bravi vi facciamo poi una sorpresa con una traccia audio tutta particolare
DeCiao a tutti.
Aggiornamenti, a chi interessasse, sulla nostra condizione di vita.
Al momento, siamo bloccati 100 km a sud di Ulan Ude, Russia, perché la macchina del nostro amichetto di viaggio proprio non ce la vuole fare.
L'estratto che vi proponiamo oggi deriva da un necessario viaggio in taxi fatto a Bishkek, Kyrgyzstan. Avevamo dovuto abbandonare la piccola Spork nelle mani di un'autofficina strepitosa, ma lontana dal nostro ostello.
La colonna sonora ha fatto sì che ne valesse la pena.
Ah, ovviamente, visto che siamo italiani ci sono stati successivamente proposti brani di Albano e Romina, ma abbiamo deciso di risparmiarvi.



Sicuramente dell'Uzbekistan ognuno di noi porta nel cuore Samarcanda.
Degna della sua fama, tende però a distrarre dal resto di una nazione che ha parecchio da mostrare.
Passando da paesaggi lunari abitati da etnie asiatiche, arrivando a città uscite dalle mille ed una notti ed abitate da etnie arabe, l'Uzbekistan non stufa.
Godetevi questa traccia spagnoleggiante e quando potete andate a godervi i gerboa.


Prima di spiegarvi il perché di quest'ultimo silenzio, vi regaliamo una perla Azera riguardo il precedente silenzio.
(Prendetelo anche come silente complimento ai wifi italiani)

"Mezzo aggiornamento: se oggi l'internet ci degna della sua presenza questo è il quarNO quintNO sestNO settimo giorno di permanenza nell'Hotel five stars Port of Alat. Riservato agli inetti di buon cuore, il porto di Alat è uno dei gironi infernali mai citati, probabilmente a causa della crudezza delle sue torture.
Il porto di Alat è fondamentalmente composto di due grandi parcheggi in asfalto grigio corroso da sabbia e sale. In quella che denomineremo zona 1 vi sono una quindicina di container adibiti ai più svariati usi. C'è il container market, il container Cafè, il container uffici customs, il container uffici portuali, il container cessi, il container docce, il container della disperazione, il container di container e via dicendo.
La vita qui inizia alle 7.30 di mattina (ora locale) con la mutazione del riparo notturno da tenda a sauna. Tale Domus è infatti esposto ai raggi solari diretti (ricordiamolo, è un parcheggio) i quali colpiscono il riparo e l'asfalto, tramutando il secondo in pece ribollente. Alcune scritture riportano una temperatura esterna media pari a 35 gradi centigradi alle 9 di mattina.
Le forze accumulate durante il riposo notturno vengono in gran parte consumate dal trascinamento della propria salma al di fuori del riparo. Le restanti forze vengono distribuite durante l'arco della giornata per i bisogni unici atti alla sopravvivenza. Mangiare bere defecare. Le attività durante la giornata possono essere molto varie ma sempre a scopo contemplativo.
Il Gran Port du Alat permette infatti di ripensare a tutti gli errori che hai commesso in vita per arrivare fino a questo punto, permette di osservare il fenomeno della rotazione terrestre, la contemplazione della meccanica legata ai treni merce che transitano ininterrottamente 24/7 su quattro differenti linee fra l'immensità dei parcheggi, permette anche di deridere quelle povere anime che correndo affannate sono convinte di poter prendere la ferry il giorno stesso dell'arrivo al porto.
La macchina non la possiamo spostare. Per un errore del Magnifico Porto di Alat la nostra macchina è già stata "esportata" dal paese. Non possiamo circolare su strada e i responsabili non possono risolvere il problema. I parcheggi, paragonabili come estensione alla massima espansione dell'Impero Romano d'oriente, sono recintati da filo spinato e allegri soldatini. Il Sublime Porto di Alat infatti, da l'accesso a diversi altri paesi come il Kazzakistan il Russistan ed il Turchistan. Il clima è allegro e spensierato. Qui la gente ti parla in lingua azera per sentirsi rispondere in italiano. Nessuno capisce niente e torna a farsi gli affari propri. Un po' come quando vai al mare in Puglia e chiedi indicazioni. Il mare, aah il mare! Quello lo si può vedere s
Hei hei hei signori, no, non siamo ancora finiti troppo male.
Siamo solo stati vittime di wifi troppo squallidi e parcheggi infernali di tristi porti (maggiori news in FB per chi volesse gioire dei nostri sfoghi).
Eccovi finalmente un reperto di terra Azera, nostra tremenda prigione per 8 giorni.
Speriamo (non) vi piaccia lol

Ed eccoci finalmente arrivati in terra turca.
I suoni si fanno arabeggianti, i paesaggi aspri, i bagni.. Turchi.
Purtroppo non abbiamo modo di dirvi titolo e autore di questi suoni, ma diteci cosa ne pensate.

18/07/2018
#4 giorno di viaggio.

Radio Rumena FMI ROCK, ad ora la musica rimane quella giusta: "Paranoid", Black Sabbath.

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