Outsider music: classici della classica americana (46) - Morton Feldman - Rothko Chapel (1971) Morton Feldman ~ Rothko Chapel Altro importante e bizzarro compositore americano modernista, faceva parte della cricca di Cage, ma si distinse per la composizione di musica assolutamente originale, basata su suoni isolati e lunghi. Famosa la durata "fantozziana" di alcuni suoi pezzi, tipo il secondo Quartetto che supera le 5 ore.
Outsider music: classici della classica americana (47) - George Crumb - Makrokosmos I (1972) Crumb - Makrokosmos I, Twelve Fantasy-Pieces after the Zodiac [Audio + Score] A mani basse uno dei compositori più geniali della seconda metà del novecento. Un Premio Pulitzer a fine anni '60 e poi lavori fondamentali per la musica moderna, come questo Makrokosmos, per pianoforte amplificato, opera importantissima per il piano moderno. Piccola curiosità: un suo piccolo pezzo è presente anche nella colonna sonora dell'Esorcista.
Outsider music: classici della classica americana (48) - Walter Piston - Fantasy for English Horn, Harp & Strings (1952) Walter Piston - Fantasy for English Horn, Harp, & Strings (Score Video) [1952] Uno dei grandi accademici del '900 americano, nonchè famoso docente, il suo manuale di armonia è ancora adesso uno dei più famosi al mondo (il "Piston"). Abbastanza tradizionale per quasi tutta la sua carriera, ebbe in tarda età un ripensamento che lo portò a scrivere opere più moderniste.
Outsider music: classici della classica americana (49) - Carl Ruggles - Angels (1938) Carl Ruggles - Angels {original version for muted brass} Beh, qui parliamo di una figura veramente "acrobatica" della musica americana. Compositore tutt'altro che prolifico (ho la sua quasi-complete edition e ci sta dentro in due cd di numero), uno dei primi modernisti americani (era nato nel 1874): carattere spigolosissimo e idee ultrareazionarie, pare anche razzista e segregazionista, insomma di tutto un po'. Però aveva talento da vendere e la sua proverbiale flemma nello scrivere e rielaborare ci ha permesso di avere poche cose, ma di livello assoluto.
Outsider music: classici della classica americana (50) - Leonard Bernstein - Divertimento for Orchestra (1980) Bernstein Divertimento E' innegabile che Bernstein sia più famoso come direttore d'orchestra piuttosto che come compositore, ma il suo catalogo è abbastanza nutrito e con alcune punte d'eccellenza. Secondo gli esperti i suoi lavori peccano di eccessivo eclettismo e superficialità (e leggerezza), cosa abbastanza comune ai direttori/compositori, evidentemente lavorare molto sul materiale altrui non sempre aiuta la propria produzione. Detto questo alcuni suoi lavori mi piacciono, per esempio questo Divertimento composto nel 1980, volutamente leggero, ma simpatico.
Outsider music: classici della classica americana (51) - Henry Cowell - Symphony No.16 "Icelandic" (1962) Henry Cowell: Symphony No.16 "Icelandic" (1962) Uno dei primi e più importanti sperimentatori americani, faro per gente come John Cage. Vita travagliata, una gioventù all'insegna dell'avanguardia, la galera per "oscenità" (a causa della sua bisessualità, ebbene si, uno s'immagina una rapina a mano armata per i suoi anni di carcere invece era per la schifosa inquisizione medievale), un ritorno a forme classiche, come in questa sinfonia, nei suoi ultimi anni. Da riscoprire.
Outsider music: classici della classica americana (52) - Steve Reich - Music for 18 Musicians (1976) Music for 18 Musicians Il compositore simbolo del minimalismo, corrente che divide da sempre critica e musicisti tra grande invenzione e roba da poco. Reich però è sempre stato trasversalmente amato, effettivamente sembrerebbe essere il più "artistico" e serio tra i minimalisti. Musica evocativa e affascinante, la sua.
Outsider music: classici della classica americana (53) - John Cage - Piano Concerto (1951) John Cage: Concerto for Prepared Piano and Chamber Orchestra (1950/1951) Alcuni lo odiano, alcuni lo amano, alcuni lo reputano un buffone, alcuni un genio. Insomma, difficilmente nella storia della musica un compositore è stato così fortemente divisivo. Di sicuro è stata una delle figure musicali più importanti del '900. Ladies and gentlemen: Giovanni Gabbia!
Outsider music: classici della classica americana (54) - Roger Sessions - Piano Sonata No. 2 (1946) Roger Sessions: Sonata per pianoforte No.2 (1946) Grande compositore e grande insegnante, una delle figure più importanti della musica americana del '900, dopo gli inizi neoclassici è passato alla scrittura dodecafonica, creando un linguaggio assolutamente personale (proprio come Carter) e producendo un gran numero di pezzoni: dalle sonate per piano (come questa), alle sinfonie, ai concerti. Premio Pulitzer nel 1982 (a 86 anni!) con il suo Concerto per Orchestra.
Outsider music: classici della classica americana (55) - Elliott Carter - A Symphony of Three Orchestras (1976) A Symphony of Three Orchestras Il decano della musica statunitense, quello che ha tenuto duro di più, arrivando a comporre fine a pochi giorni prima della sua morte, avvenuta a 103 anni nel 2012. Carter ci ha messo un bel po' di tempo a trovare la sua voce (arrivò a 40 e passa anni a svilupparne una personale), ma quello uscito dopo fa di lui uno dei più importanti compositori modernisti del secondo '900. Tipo questo capolavoro del 1976.
Outsider music: classici della classica americana (56) - William Schuman - New England Triptych (1956) William Schuman, New England Tryptich Figlio del neoclassicismo hindemitiano (quindi musica austera, ritmicamente audace e non facilmente orecchiabile), Schuman è stato probabilmente uno dei migliori sinfonisti e orchestratori americani del '900, nonchè uno dei miei preferiti in assoluto. Molto conosciuto anche come "arts administrator", fu rettore della Juilliard High School e successivamente presidente del Lincoln Center for the Performing Arts, aiutando tanti giovani compositori americani.
Outsider music: classici della classica americana (57) - Samuel Barber - Adagio For Strings (1936) Samuel Barber - Adagio for Strings Probabilmente la più nota composizione americana del '900, è diventata quasi una maledizione per il suo compositore. Barber, per il 99% della popolazione, è "quello dell'Adagio". Compositore tendenzialmente reazionario, ma di talento, Barber ha passato il novecento a dare forma ad una sorta di (neo)romanticismo fuori tempo massimo, ed in questo campo è stato probabilmente il migliore, oltreoceano. C'è tanto altro, oltre il celebre Adagio.
Outsider music: classici della classica americana (58) - George Gershwin - An American In Paris (1928) George Gershwin - "An American in Paris" Forse il compositore americano più famoso in senso assoluto, la sua musica in bilico tra classica, leggera e jazz è ancora adesso ricordata da molti appassionati. Famosissimo il suo incontro con Ravel e la risposta del francese con un onesto "perchè vorresti essere un Ravel di serie b quando puoi essere un Gershwin di serie a?"
Outsider music: classici della classica americana (59) - Aaron Copland - Piano Variations (1930) Aaron Copland: Piano Variations (1930) Dopo Ives, certamente il più importante compositore americano di sempre, ebbe varie fasi: quella giovanile/modernista, quella matura e populista (in senso buono), quella tarda in cui cercò di avvicinarsi (timidamente) alla dodecafonia. Queste Piano Variations sono considerate da molti come un totem del pianismo novecentesco, e fanno parte della prima fase della sua carriera.
Outsider music: classici della classica americana (60) - Charles Ives - The Unanswered Question (1908) Ives: The Unanswered Question Il primo compositore autenticamente americano, quello che ha fatto nascere la "scuola americana", dopo secoli di epigoni europeisti nemmeno troppo originali. Assicuratore, compositore per hobby (e per questo snobbato per lungo tempo), ora è ricordato come uno dei grandi nomi del primo novecento, assieme ai più famosi Schoenberg e Stravinsky. Riuscì a vedersi riconosciuto il lavoro solo in tarda età, quando ormai aveva smesso di comporre da decenni, grazie anche alla meritoria opera di rivalutazione di direttori come Leonard Bernstein.
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