Fanculo gli orpelli e la tecnica, se vi importa ci metto il cuore.

 Quando ti convinci che il sole sta splendendo solo per te è impossibile non innamorarsi di questa canzone.

La recensione di Dye It Blonde degli Smith Westerns è un racconto emotivo e personale che travalica la tecnica, esaltando un album dalla forte componente nostalgica. Nonostante le critiche al falsetto del cantante e alla derivatività del sound, l'autore valorizza la maturità artistica e il carattere unico del disco. Le influenze retrò richiamano Beatles e Beach Boys, creando un pop gioioso e coinvolgente, perfetto per ricordare un'estate felice del 2011. Un album che diventa colonna sonora di ricordi preziosi e di un momento irripetibile nella vita dell’ascoltatore. Ascolta Dye It Blonde e rivivi le emozioni dell’estate 2011!

 L’intero disco infatti è una botte di buon vino lasciata invecchiare, odora di metà anni ’90 ed è veramente piacevole risentire certe atmosfere chiaramente post grunge.

 Questi Grapes of Wrath, perlopiù sconosciuti, danno una lezione di stile a chi vuol tornare a far musica per forza senza aver nulla da aggiungere (vero David Bowie?).

La recensione esplora l’album High Road dei The Grapes Of Wrath, apprezzandone la raffinata combinazione di sonorità rock alternative degli anni ’90 e melodie eleganti. Si sottolinea il ritorno dopo 13 anni della band canadese, con brani ben eseguiti e atmosfere nostalgiche, nonostante qualche arrangiamento meno riuscito. Un’opera armoniosa che sorprende per stile e qualità. Ascolta High Road e riscopri il fascino del rock anni ’90 con stile e sentimento.

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