Pochi dischi ho sentito che, come questo, abbiano l’intensità e l’effetto del disperante abbandono con cui si sorbisce l’ultimo sorso alcolico prima di crollare preda dei fantasmi della mente.

 Ian Curtis quasi non canta, “è”, grida, dichiara se stesso ed il suo lucido tormento in un modo disperato e crudo, eppure al contempo così intensamente, dannatamente umano.

La recensione celebra Unknown Pleasures come un disco-capolavoro che cattura l’intensità del dolore, l’angoscia adolescenziale e il tormento interiore di Ian Curtis. La musica e i testi costituiscono un percorso esistenziale denso di emozioni, tra disperazione e rabbia. La voce di Curtis appare come un grido autentico che rende l’esperienza unica e coinvolgente. L’album rimane imprescindibile per chi ha mai sentito le ombre del malessere dentro di sé. Scopri l’intensità emotiva di Unknown Pleasures, ascolta ora il capolavoro di Joy Division.

 Il loro psychobilly può dirsi davvero una rilettura allucinata e psicotica nel più pieno ossequio ai modelli.

 Lux Interior è un vampiro visionario ed eccentrico e l’altera Poison Ivy una sexy diavolessa ammaliatrice.

Il primo album dei The Cramps, 'Songs The Lord Taught Us' (1980), fonde il rock'n'roll anni '50/'60 con l'energia punk, dando vita a un psychobilly oscuro e ribelle. La voce teatrale di Lux Interior e la strumentazione ridotta creano atmosfere sinistre. Tra cover e brani originali, il disco si distingue per la sua carica psicotica senza scadere nella parodia. Un'opera iconica e selvaggia che incarna l'essenza alternativa e underground di New York city. Scopri il lato più oscuro e originale del rock con i The Cramps!

 Le canzoni di Cohen evocano il silenzio, richiamano verità, cifre esistenziali comuni, sussurrate all’orecchio di chi ascolta.

 Non c’è lieto fine nelle liaisons di cui canta Cohen, ma solo la constatazione disincantata, talora rancorosa ed amara, ch’esse sono state e non sono più.

A trent'anni dall'uscita, 'New Skin for the Old Ceremony' di Leonard Cohen è un’opera che testimonia la poetica senza tempo del cantautore canadese. L’album mescola arrangiamenti orchestrali a testi intensamente lirici, toccando temi di amore, distacco e riflessione artistica. Brani come 'Chelsea Hotel #2' e 'Lover Lover Lover' sono pietre miliari del suo repertorio. Il disco è consigliato soprattutto per momenti introspettivi e come chiave per comprendere il percorso artistico di Cohen. Ascolta 'New Skin for the Old Ceremony' e lasciati avvolgere dall'arte senza tempo di Leonard Cohen.

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