Gli Studio 3. Quattro (o cinque, non so) ragazzi, messi lì da qualche produttore bavoso assetato di denaro, che fanno finta di essere una boy-band per dodicenni arrapate.

 Ci meritiamo la brutta copia dei Backstreet Boys... il massimo col minimo sforzo.

La recensione esprime delusione e critica verso gli Studio 3, visti come una copia banale di boy-band dirette a un pubblico giovanissimo. L’autore denuncia la superficialità della musica pop e la ricerca del successo facile sfruttando meccanismi televisivi e mercificazioni, in cui prevale più la forma che la sostanza. Scopri la verità dietro gli Studio 3 e ascolta musica con più consapevolezza.

 È difficile spiegare cosa si prova ad ascoltare questa canzone: si ha come la sensazione di essere trasportati in un'altra dimensione compiendo un viaggio lento in un clima sognante.

 Questo è uno di quegli album che non ci si stancherebbe mai di ascoltare: non è mai ripetitivo, mai banale, ma sembra anzi riservare sempre qualcosa di nuovo ogni volta che lo inserisci nello stereo.

La recensione esalta il debutto degli Interpol con "Turn On The Bright Lights" come un album ricco di atmosfera e dinamismo. La voce malinconica di Paul Banks e la chitarra di Daniel Kessler creano un sound unico, con influenze da Bowie e Radiohead. Tra momenti psichedelici e canzoni coinvolgenti come "NYC" e "Hands Away", l'album continua a regalare nuove emozioni ad ogni ascolto. Un lavoro considerato tra i migliori degli ultimi anni nella musica indie alternativa. Ascolta subito "Turn On The Bright Lights" e scopri il fascino unico degli Interpol!

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