Ad ogni modo, con fare inesplicativo e goliardico, come un bambino che scopre il proprio corpo in modo interrogativo ed emozionante, rimango maestosamente quanto infantilmente affascinato dalla bellezza di quest' Opera.

Seguendo il consiglio dei più dovrei esaltare rasentando il paganesimo album come "Halber Mensch" (1985), parlando delle sue strutture, della sua capacità di saper dare alla forma-canzone una tonalità passabile nei disco-club maggiormente coca-trasudanti, eccitandomene ripetutamente.

Così non è.

Ma il mio è un parere deviato, poichè la negazione a cui mi riferisco mi viene strappata, come un dente marcescente e volto alla putrefazione. Distolta, con concentrici giochi di prestigio, degni del miglior "pas-sens" che soltanto sonorità plumbee e ossidate dal freddo invernale, come quelle sottoposte ad oggetto, possono essere in grado di materializzare in frantumi. Veri e propri, come cocci di latta deformata dallo sbalzo termico sperimentale a cui vengono sottoposti.

Non c'entrano i soldi.
Nè il successo facile o qualsivoglia arrivismo sperimental-raccomandato.

Fatico a dirlo, perchè al giorno d'oggi parificherei ciò alla blasfemia, ma impavido lo pronuncio con orgoglio: arte. Ecco cosa. Come il dadaismo, quanto l'espressionismo o il decadentismo più simbolista e virulento mai concepito, "Zeichnungen des Patienten O. T" sa esplodere senza eguali, con apocalissi dalla tribalità più profonda, atonale, e con fare mai riflesso prima in modo così schietto, esistenziale e realista. La facilità con cui è possibile leggere, non ascoltare, quelle che sono le sonorità che intonacano ogni sfumatura dei quindici brani chiamati in causa all'unisono è singolare, ed altrettanto disarmante. Singolare, perchè allo stesso modo singolari sono i minimalismi con cui le percussioni vengono proposte e messe al vento come rituale: ogni sorta di rifiuto non viene perdonato, dai tubi in plastica rigida al PVC, segno evidente di un'esplicativa necessità di fare riecheggiare i suoni di ciò che più non può essere in una società interpretata come mai prima, in modo profetico ed estremo, sino a rasentare il nichilismo riflessivo più incalcolabile.

In secondo luogo disarmante, per l'immediatezza con cui è possibile scorgere in esso panorami post-apocalittici opacizzati da ciò che un tempo voleva e doveva significare sopravvivere. Una chiave inglese, un generatore di corrente, un barile di petrolio. Elementi che perdono senso all'attualità se intesi come forza da applicare alla ulteriore forza lavoro e/o impiegatizia. Strumenti che assumono però tutt'altro significato se intesi in funzione di quella che è la fine a cui il mondo moderno ci induce a profetizzare indirettamente. Quì si coglie negli Einstürzende Neubauten ciò che mai prima venne preso in considerazione, ossia quel fare grottesco, degno di una estremizzata e depravata lettura di Brecht, per cui elementi-rifiuto che il consumismo declina ben presto al macero, diventano strumento primo, opportuno a percuotere con sciamanica attitudine le membra dell'animo corrotto e malato, frutto dello scarto di se stesso. Nè una sentenza, nè una condanna. Semplicemente un accompagnamento indiscriminato e rassegnante. Il traghettamento dell'essere umano, canceroso dal consumo, verso il caos che animava il pianeta diecimila anni or sono. Un ritorno al primitivismo, sociale quanto mentale. Un abbandono unilaterale verso la casualità dei sensi, che senza più indottrinamento, navigano liberi in fiumi inquinati dal tempo e dall'oblio industriale, e per tanto inaspritisi. Un viaggio verso un futuro che non ammette differenziazione alcuna, riscontrabile in "Armenia" come nella stessa "Zeichnungen des Patienten O. T". Animata da visionarie sensazioni la prima, costellata da frantumi di vetro irreversibili la seconda. Urla colme di rosso purpureo in grado di sporcare cemento e amianto.

In conclusione è necessario esprimere la grandezza e l'imparzialità con cui ogni suono viene recitato. Teatralità assurda, ovvero ciò che rende questa compagine artistica unica nel suo genere, ma allo stesso tempo in grado di influenzare, proprio con quest'album, generazioni e generazioni di band che daranno vita agli ultimi vent'anni della musica contemporanea. Esseri umani prima ancora che artisti o intellettuali. In grado di affermare nitido ciò che alla mente riesce difficile materializzare per tabù, ciò che con fatica entra raschiante nei canali del pensiero.

Da dubbio, in incubo.

Carico i commenti... con calma