Mi trovo nel mio negozio di dischi preferito e Filippo mi piazza in mano questo disco a me del tutto sconosciuto. Sulla copertina ci sono due tizi veramente strani. A prima vista e senza intento discriminatorio li qualifico come finocchi DOP. Come ipotesi alternativa azzardo che si tratta di Narcos del cartello di quella “malanima” di Escobar. Ma mi sbaglio alla grande. Però a guardarli meglio si assomigliano molto, quindi concludo che sono fratelli. Il buon Filippo, mosso a compassione, conferma questa mia ultima ipotesi e mi spoilera: sono colombiani di Medellin che dopo essersi trasferiti a Madrid negli anni ´70 hanno avuto un grande successo rivoluzionando la scena musicale spagnola con strepitose esibizioni dal vivo di glam rock intriso di ritmi latini, salsa e cumbia. Come sempre la mia metà intellettuale mi obbliga a colmare questa intollerabile lacuna piazzando sul piatto del giradischi il vinile di cui vi voglio raccontare oggi.
Nel 1974 i fratelli Elkin Javier e Nelson Leon Marin Velez, prodotti da Juan Pardo, incisero per l´etichetta CBS il loro secondo album in studio: “Elkin & Nelson”.
Il disco contiene quattro brani scritti dai nostri due eroi e arrangiati proprio da Juan Pardo, due brani di Edmundo Zaldivar e due di Azucar Moreno, ma anche una particolarissima cover di “Light My Fire” dei Doors.
Tutti i nove pezzi dell´album sono manifestamente influenzati dal sound latino di Santana e si caratterizzano per un fitto tappeto di percussioni sostenuto dal ritmo incessante delle chitarre acustiche suonate dai fratelli Velez e dai migliori sideman al soldo della CBS spagnola.
Si parte con “Samba Samba”, che ha anche una reprise in coda al lato A. Questo pezzo col suo groove ha sicuramente ispirato uno stuolo di musicisti della corrente latina negli anni a venire come Manu Chao e molti altri.
Segue “A Caballo” (di Azucar Moreno) che è anche stato il primo successo radiofonico del nostro dinamico duo. Il ritmo incalzante delle chitarre acustiche fa da supporto al testo che parla di un campesinos che lavora tutto il santo giorno per potersi felicemente accasare.
Ma ecco la cover del masterpiece di Morrison e Soci che si caratterizza per il suo ritmo squisitamente latino sostenuto da un groove di chitarra elettrica molto ben equilibrato.
Il lato B parte con il manifesto politico del disco “Tienes Que Tomar Conciencia”. Il testo incita a prendere consapevolezza che “la Rivoluzione è un arma che può liberare tutti i fratelli”. Ai fraseggi della sezione ritmica con le chitarre acustiche si aggiunge anche un organo Hammond che da una nota di jazz rock al brano.
A mio avviso “Carnevalito 1”, “Al Carnaval” e “Carnevalito 2” sono i punti deboli di questo disco per la intrinseca ripetitività del loro tema musicale.
La conclusiva “Vamonos”, per contro, è il pezzo più intenso e riuscito dell´album. Le chitarre acustiche hanno delle improvvise e trascinanti accelerazioni che virano verso il funk. In altri termini è un pezzo fantastico.
Per concludere voglio ritornare solo per un attimo alla foto di copertina che è artisticamente molto interessante. Elkin e Nelson sono abbigliati con un outfit glamour e con un atteggiamento volutamente provocatorio e ispirato al movimento “Gay Power”. Non è dato sapere quale fosse il loro vero orientamento sessuale ma è indubbio che questa loro scelta sia stata molto coraggiosa e contro corrente visto che in quegli anni la Spagna franchista non solo negava visibilità ma perseguitava e incarcerava gli omosessuali.
Buon ascolto dal vostro DottorJazz.
Carico i commenti... con calma