"Cosa resterà di questi anni '00?"

 

Parafrasando un rinomato cantautore nostrano, mi è venuto da pormi il suddetto quesito. Cosa rimarrà, musicalmente parlando, di questo primo decennio del nuovo secolo? Ad essere riduttivi, ogni decennio ha avuto un suono abbastanza distintivo, se i '50 sono il r'n'r, i '60 la psichedelia, i '70 il punk, gli '80 la New Wave, i '90 il Grunge, per quale corrente verranno ricordati gli anni '00?

Ovvio che è ancora presto per dirlo, ma un piccolo punto della situazione si può già fare. Ad essere di nuovo riduttivi, si potrebbe definirli gli anni del sincretismo, o del revival fritto misto, a seconda che siate ottimisti o pessimisti. Sono anni in cui gli steccati fra i generi, vuoi per la possibilità, distante un click, di ascoltare tutto lo scibile prodotto dai '30 in poi, vuoi per la mentalità più aperta delle nuove generazioni, vuoi perchè le note sono sette e non ci sono più le mezze stagioni, sono definitivamente saltati. Sia per chi ascolta che per chi suona: metallari che ascoltano dub, discotecari presi bene da Ravi Shankar, punkastri fanatici di doo wop, oramai non si può più neanche prendere per il culo qualcuno per i suoi ascolti limitati, si rischia una grassa figura di merda.  Oramai non si inventa quasi più niente, ma si mescolano bene ingredienti già noti e di facile reperibilità, con più o meno originalità.

Gli Endless Boogie (anche se tutti intorno ai quaranta) rispecchiano questa voglia di giocare al Dr. Moreau o al Baron Samedì, a seconda dei casi. Loro hanno scelto di ibridare i Rolling Stones di "Sticky Fingers" con i NEU, aggiungendo giusto un po' di Iguana Pop per guarnizione. Purtroppo il risultato dell'esperimento è un golem tricefalo che fa un po' fatica a spartire la triplice personalità.

Eppure la partenza è illuminante. "Smoking Figs In The Backyard" sono gli Stones sudisti con alla voce Iggy Pop che parla di barbecue, "The Manly Vibe" invita gli amici teutonici al party, mentre il finto Iggy entra in un trip assolutamente personale fra Mike Patton e i Chipmunks, e il resto della band si incastra letteralmente sullo stesso giro e lo ripete per 9 minuti! L'effetto straniante e iterativo della ritmica provoca o stati di trance blues come non capitava da tempo di sentire ("Executive Focus" e la robotica "Steak Rock" ), oppure abbiocchi istantanei sul divano (i 10 e passa min di "Jammin' With Top Dollar").

Quindi massimo rispetto per l'idea interessante e per due tre pezzi centratissimi, ma oggigiorno pubblicare un disco di 79 min. e pretendere che l'ascoltatore mantenga la soglia dell'attenzione per più di metà disco, non è solo mera utopia, è quasi presunzione.

A questo punto aspetto un disco di mazurca dub.

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