Specchiarsi, compiacersi, piacersi. Esercizio di vanità mica da ridere. Michael Cretu, mente, arti e fluido secolare del progetto Enigma è un master a 5 stelle in tal senso.

Per dire: il vaso di Pandora è stato aperto in occasione dell’album di debutto, il pluridorato "MCMXC" (1990). Da lì in poi, Cretu ha ravvivato il progetto di lavoro in lavoro riproponendo echi del pregresso: non autoplagiandosi, beninteso. Piuttosto, come indicato sopra, compiacendosi. Cambiano i ritmi tribali, magari l’intonazione dei vocalist: non il contesto ambient. Vale a dire sussurri, moine, respiri, canti gregoriani anche in modalità reversal, ritimi incalzanti inframezzati da litanie.

Vita, morte e miracoli del progetto Enigma.

Che ha sempre brillato di luce propria, e continua a farlo anche in questo quarto episodio, "The Screen Behind The Mirror" (2000). Ci prese il recensore di Allmusic, al tempo. Disse : “Oddio, non c’è una crescita, no. Ma il lavoro è piacevole, solido, e non deluderà i fans”. Vero.

Enigma 4’ poggia su certezze acquisite nelle tre precedenti esperienze. Vocalists di fiducia, tra cui l’ex moglie Sandra (al tempo non ancora ex ndr), Ruth-Anne Boyle ed il fido Andru Donalds ; Jen Gads occasionalmente alla chitarra elettrica.

A fare da frangiflutti, a colorare e cercare di innalzare il livello di performance, la "Carmina Burana" che, volenti o nolenti, ce la mena per quasi tutta la durata del disco.

Rispetto al predecessore, “Le Roi Est Mort…….Vive Le Roi !” (1996), questo lavoro parte con ritmo più incalzante. Messo al sicuro l’ascoltatore con la consueta intro rappresentata dagli Enigma Horns, “Push The Limits” da il là al familiare ritmo che, al tempo stesso, induce a battere il piede pur guidando all’introspezione. Il primo singolo estratto, il lento “Gravity Of Love”, fa da bridge con uno dei punti più alti del disco, “Smell Of Desire”, che ripropone parte del parlato di “Mea Culpa” ed un reverse-gregoriano di “Sadness (reprise)”. Il sunto perfetto, insomma, di quanto esplicato in sede di introduzione: guardare avanti senza disincagliarsi dal passato.

Non convince l’enfasi propinata in “Modern Crusaders” (avanti con la Carmina Burana, per chi ne avesse sentito la mancanza), è invece ottimo viatico il trittico “Traces” (lentone melancolico di matrice tribale) – title track (conosciuta anche come "The Experience") – “Endless Quest”.

“Camera Obscura” si diverte a riversare “Modern Crusaders” senza, ca va sans dire, mancare di riproporre indovinate cosa ? Già. Carl Orff, povero, si sarà a seconda dei casi rivoltato o compiaciuto nella tomba.

La chiusura è variegata, con la meditabonda “Between Mind & Heart” e l’incalzante “Silence Must Be Heard”.

E insomma: niente di nuovo all’orizzonte. Anche se, va detto, il prodotto finito è rassicurante, di livello, ottimamente arrangiato e corredato. Ultima fatica realizzata nell’"ART Studio" di Ibiza, che verrà poi rimpiazzato da “Alchemist” e “Merlin”. Perché, si sappia, Cretu è irrequieto in sede di sperimentazione e, consumato uno studio, lo demolisce (giuro) e ne confeziona uno più all’avanguardia. Tant’è. “Screen” è un album di assoluta transizione, con “Voyager” (2003) arriveranno novità parzialmente bocciate dai fans, ma il progetto si perderà in troppi rivoli e rivoletti laddove invece, questo quarto episodio, lastrica il percorso degli Enigma mantenendoli in rotta, a testa alta, con il petto gonfio e l’animo in perenne introspezione.

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