Caggiono i regni intanto,
passan genti e linguaggi: ella nol vede;
e l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
Non basta Cemento per distruggere i Riti di Primavera. I loro richiami riecheggiano ancora nei fiumi di zolfo, nelle corteccie, nell'aria morente, basta saperli ascoltare, tacere e ascoltare. E allora vibreranno gli incavi dei tronchi tagliati, sussulteranno le pelli, scoppierà la sabbia...
Gli atomi non cambiano, in circolo sono sempre gli stessi. Capita a volte di entrare in contatto con particelle esiliate per milioni di anni negli strati più abbietti dell'atmosfera, spettatrici inermi di quel grande affanno che è la Terra. Loro Sanno, ed ora anche "tu" (se ancora ti riconosci) puoi forse avere la sensazione di star per capire, ma è solo una vaga impressione, un lieve aumento della salivazione e niente più. Viene solo da sentirsi un po' piccoli, e chiedersi se non sia Tutto una superba distrazione.
Sono piccoli flash degli albori, danze accennate alla Luna, i suoni della pianura vuota quelli che trasudano dagli Enten Hitti, un'opera senza tempo ed età, in quanto essa è il tempo, il rantolo ancestrale delle nostre origini. Non invadono, avvolgono.
Quanto è qui inciso ha vagato nell'aria e qualcuno forse è riuscito a raccoglierlo e renderlo concreto e tangibile. Viaggio atemporale non contestualizzabile ma mai asfittico e dispersivo, sempre focalizzato nello sfumare dei suoi contorni.
Questo è il nostro futuro, è già passato ed è successo domani.
Elenco e tracce
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