Devo trattenermi.
Devo cercare di avere più 'tatto' possibile, perchè se perdo un attimo il controllo parte una raffica di insulti interminabile.
Il fatto è che secondo me gli Enter Shikari sono dei montati. Già dall'inizio la loro personalità era ben decisa: parliamo di una band che, dato il genere suonato, o esplodeva o rimaneva nell'anonimato. Fatto sta che, in fin dei conti, un disco come "Take To The Skies" fece gridare al miracolo tutti. Stiamo parlando di una band innovativa? Certamente, il suddetto disco era una bomba sonora che mischiava rave, electro e metalcore, cosa mai vista. E lì gli elogi ci stavano tutti.
Poi il secondo disco "Common Dreads", seguito da live albums e altre varie uscite, non ha fatto altro che rigirare il dito nella piaga, cercando di ammorbidire il sound senza cercare di essere scontato.

Ma a giocare col fuoco finisce che ci si brucia.
E con "A Flash Flood Of Colour" gli Enter Shikari hanno sgarrato di brutto. Il loro cercare di distinguersi dalla massa li ha spinti a fare un disco che più brutto non si può, e quindi ricollegabile alla scena dubstep e rock che è tanto una tendenza in questo momento.
Immaginatevi un disco fatto di riff a caso, batteria che se ne va per fatti suoi, urletti qua e là, voce spesso fuori tempo, e ogni 2 canzoni la pseudo-ballad con tanto di esplosione finale annessa. Iinfine, immaginate il tutto remixato da Skrillex, e il risultato non può che essere un'oscenità.

Ma chi se ne frega, tanto gli Rou Reynolds e soci continueranno a essere osannati dalla critica, convinta di avere trovato i nuovi messia della musica, ma basta andare oltre le apparenze per capire che si ha che fare con un disco che nasconde una pochezza di idee rara.

Voto: 2

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