Qui si parla della signorina Lora e del suo gruppo Logica Essenziale.

Essenziale era una parola chiave nel post punk. Raccontava di un suono scarnificato. E di un fine lavoro di macelleria, qualcosa tipo disossare un pollo.

E il pollo, ovviamente, era il rock.

E, altrettanto ovviamente, a noi restavano le ossa.

Mica il pollo...

A dire il vero a quel lavoro di scarnificazione in parte aveva già pensato il punk, anche se non con la stessa precisione chirurgica. Che la differenza tra punk e post punk è quella tra un piatto di avanzi smangiucchiati (il punk) e un mucchietto d'ossa dopo un lavoro fatto con precisione (il post punk).

Ossa. Ossa lucenti.

Lucentissime.

Ricordo bene il disgusto di noi progger bambini all'apparir del punk, poche cose sono orribili come gli avanzi. E noi eravamo tipi abituati al budino.

Un budino con troppo liquore per di più.

Oh, il punk era tornato all' abc rock'n'roll e aveva disseminato trattati di filosofia urbana in piccoli pezzetti di plastica.

Che altro era “Oh bondage up yours”, col suo ritratto spietato dei rapporti sociali, se non filosofia punk? E il retro 'I'm a clichè” non rincarava forse la dose, dipingendo il mondo come un insieme di aride figurine senza vita?

Oh, era in quel magico quarantacinque che Lora Logic, unendosi alla voce sguaiata di Poly Styrene, suonava il sax senza fare prigionieri. Quelle due erano davvero il ritratto della rabbia e dell'urgenza.

A quella rabbia e urgenza il post punk aggiunse intelletto e arte. E mise insieme una operazione iper estetica tutta basata sul segno meno (togliere, togliere, togliere).

E togliere ancora.

Ma non c'era solo il segno meno, c'era anche il segno più, visto che a quel suono secco, essenziale, scarnificato aggiunse poi, volta a volta, un sacco di roba...

Andava bene più o meno tutto, tranne il rock...a meno che non si trattasse di cose superfighe tipo Velvet, Stooges, Roxy o Bowie o Eno, ovvero quel che ai miei tempi si chiamava rock decadente.

Ma più spesso si pescava altrove: nel dub, nel funk, nel free jazz, nella terra di mezzo crauta.

Anche Lora ovviamente andava a pesca e la sua canna tirava fuori bei pesciolini.

Un pesciolino per esempio proveniva dal laghetto di Canterbury. Ma ci pensate post punk canterburiano, che figata!!!

Ma non c'erano solo i pesciolini...

C'erano pure i coniglietti...come quello che se ne sta, meravigliosamente incongruo, sulla copertina di questo disco che quasi tutti hanno dimenticato.

Quasi tutti, non io. E magari anche qualcun altro, non voglio fare il figo, o magari solo un po'.

Questi dieci minuti (e anche qualcosa meno) son una delle pagine più bizzarre e strabilianti del post punk. E' tanto che volevo parlarne, ma non riuscivo a trovare le parole.

Innanzi tutto la grazia...che Lora era corvo e colomba.

E poi come una allegria raffreddata, da scuola d'arte, o da ghiribizzo di una signorina buffa. Ecco perché quel coniglietto va benissimo.

Che qui c'è come un sorriso e l'avanguardia non posa i piedi a terra, ma vola leggera. Anzi leggerissima.

E se in certi momenti c'è un'aria quasi alla Pop group, subito dopo arriva uno scherzo alla Zappa/ Ayers, o un effetto da fiera bandistica, o un numero da circo.

O l'esercito della salvezza a cui hanno corretto le bevande. O i rumori di un cartoon Looney Tunes solo un tantinello sopra le righe.

Ecco che allora, si, il coniglietto va davvero benissimo.

Il coniglietto rende l'idea.

Che Lora un bel giorno, passeggiando, vide un signore vestito da coniglio...un tale che pubblicizzava un film Disney. Doveva essere sulle nuvole e trasognata, immagino, ovvero in quello stato magico in cui tutto può trasformarsi in una idea buona,

Ma poi, soprattutto, chi se lo immaginava che Lora cantasse così? Dove cavolo l'aveva trovata quella voce?

Quell'umano strumento che quasi sembrava una parodia del canto isterico dei tempi...

Quel folle strumento in grado di passare, nel giro di un attimo, da ironici svolazzi quasi tenorili a favolose e grasse pastosità beefheartiane...

Dove? Dove?????????

Cazzo era una sassofonista, mica una cantante.

Ma sentiamo Greil Marcus passato al setaccio del traduttore google, che come sempre ci dice qualcosa di importante, il traduttore google non Greil Marcus:

“Lora è iniziata quasi ogni canto vocale alta, con voce tremante, l'agitazione di diventare uno stile, un punto di vista...poi la sua voce inspessita, che sembrava di succhiare il ritmo veloce della sua band nella propria dubbio...”

“Che sembrava di succhiare il ritmo veloce della sua band nella propria dubbio”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E comunque riassumiamo: suono secco, voce grassa o svolazzante, scuola d'arte, aggressioni di sax, circa un milione di sarabande, circa un milione di scherzi, urgenza, grazia...e un coniglietto...

Il tutto molto in fretta, quattro canzoni, dieci minuti...Il tutto in magico equilibrio...Il tutto maggiore della somma delle parti.

Equilibrio che non durerà. Che questa è musica che ha bisogno di urgenza, di velocità folle...ricordatevi sempre quel “che sembrava di succhiare il ritmo veloce della sua band nella propria dubbio”..,

E sarà proprio quel ritmo a svanire (quel ritmo che se non è il Pop group poco ci manca) e la follia diventerà prevedibile, senza il meraviglioso passo Confusional.

Confusional? Oh si, che in certi momenti, nel disco del coniglietto,sembra quasi di sentire una specie di Confusional quartet sound (ante litteram).

Ve li ricordate i Confusional quartet?

No?

Male, molto male...

Erano giocattoli, futurismo e follia nell'eccitazione fantasiosa della Bologna Rock.

Beh, il pezzo quattro è una specie di reggae, sornione, assurdo e sciocco...poi tutto si velocizza e arrivano i Confusional quartet...poi di nuovo il reggae, poi di nuovo i Confusional...poi sul tempo reggae la voce di Lora che passa dal grasso allo svolazzo più volte in zero attimi...poi sul tempo Confusional la voce di Lora che diventa furiosa...

Oh cazzo!!!

Chissà se ai Confusional piaceva Lora Logic. Mi sa di si...

A me piace tanto...

Ps: consigliabilissimo anche il 45 giri precedente, “Aerosol burns”...che da solo merita una recensione a parte.

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