Quando l'ho visto non potevo crederci. Qui, su DeBaser in cui ci sono migliaia di DeRecensioni su centinaia di cantanti e gruppi, non ci sono parole sugli Estra! uno dei migliori gruppi italiani che ci siano oggi, e la meraviglia è che nessuno (o pochi) li conoscono. Ma, per cominciare: Giulio "Estremo" sta alla voce, Abe Salvadori alla chitarra e poi Eddy Bassan (al basso credo) e Nicola Accio Ghedin alla batteria. una formazione che da all'incirca dieci anni produce musica di altissimo livello, un rock che non invidia molto ai cugini Afterhours o a tanti gruppi anche più affermati.
Il nome "Estra" non deve far credere che questa sia una band metal, per esempio: Giulio Casale è uno dei pochi in Italia che riesca a comporre poesie in musica, malinconico, a volte rabbioso, mai volgare. E in questo disco, "Alterazioni" ci sono canzoni che meritano di essere ascoltate assolutamente, se siete innamorati della buona musica: si inizia con "Preghiera", in cui si sente subito il sound che gli "Estra" usano spesso, una chitarra potente e cadenzata che si sposa alla perfezione con le parole e la voce un pò languida un po disperata di Giulio Casale, sempre alla ricerca di qualcosa che non c'è, di qualcosa che non si trova, o di qualcosa che s'è perso e del dolore che la mancanza ci porta ("ho come ogni mia sera, pregato chi c'era e non è più con me. . "). Il disco continua con "Miele", "Nessuno", "Metà di me", "Aria Minacciosa" e in queste canzoni viene fuori il lato più aggressivo (si può dire?!) di Giulio Casale, misto comunque alla sua vena poetica, ma quello che mi colpisce e ascoltare canzoni come "Puoi distruggere" o "Hanabel", canzoni relativamente calme, perchè contengono un fondo di amarezza, per una fine che sembra imminente: "Il sole c'è, e adesso lo so, che anche se muoio, muoio bene, e tu mi scriverai".
Questo disco è come pervaso da un'altalena di sentimenti, di rabbia e di dolcezza, di euforia ("In faccia al niente"). . è come quando in preda all'alcol, ti capitano giorni di estrema fragilità, e giorni di estrema potenza, tanto che potresti spaccare tutto: è forse in questo senso che va visto il soprannome del cantante, "Estremo". Ho lasciato alla fine le mie due canzoni preferite, perchè come si dice, "Dulcis in fundo". Sto parlando di "Un Varco" e di "Risveglio", in assoluto due canzoni che si meritano 5 stelle. La prima, ha toni calmi ed è accompagnata dalla sola chitarra di Abe. la seconda, è forse la canzone più pessimista che io abbia mai ascoltato: è potente, sconfitta, disperata la sensazione che comunica. Accomunabile a "L'Urlo" di Munch, a certe poesie di Leopardi. Si parte con un sussurro in inglese ("una volta ancora, la luce è tornata" chiedo scusa per la traduzione) poi si continua con una specie di recitativo delirante, in cui si condanna e si maledice la vita? L'esistenza? Forse il risveglio stesso, visto come un inutile susseguiirsi di giorni, in cui ci si affanna a fare le stesse cose, sempre: emblematica la frase "non è ancora cominciata, e già si mangia e si beve!" quasi urlata: è la mancanza di purezza, l'assenza di un porto tranquillo, l'impossibilità di capire il dolore. Giulio Casale vacilla in un mattino che si rischiara lentamente, in preda ai tremori: "Once again, the light have changed". .
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