Sottofondi sonori metropolitani e versi sinistri rompono l'inerzia di The Eleventh Hour, terzo lavoro di Eusebeia. Questo album è una terra senza confini e fattezze, una giungla di rumori, un territorio poco delineato dove lo scaltro producer britannico si muove con sicurezza. Nel mondo ellenistico della koinè, Eusebeia significava "pietà interiore", o spiritualità, un dovere interiormente dovuto agli Dèi. Nella mitologia greca, il concetto di Eusebeia è antropomorfizzato con il Demone (Ευσέβεια) della pietà, della lealtà, del dovere e del rispetto filiale. Tutti questi concetti hanno una fisiologica trasposizione musicale nelle opere di Eusebeia, ricche di pathos e misticismo.

The Eleventh Hour è un sorprendente decalogo di suoni, nelle sequenze ipnotiche e ripetitive di Automatic Self Destruct Sequence, nell'ambient asettico di Discerning Truth Extricate, nei spettrali tonfi sordi di Actuality , in The 59th Minute, Of The Eleventh Hour (On The Last Day) dove l'ambient è mesciata di oscuro field recording, nel glaciale jungle di Up In The Air, nel proselito austero di Passage, negli echi lontani di Surrender.

La Rebellion Electronics, etichetta che ha prodotto l'album, apre la propria pagina web con "Non offriamo molto, a parte una vista o una prospettiva". Infatti sino ad ora quello di Eusebeia è l'unico materale prodotto, ma la prospettiva è decisamente incoraggiante.

Carico i commenti...  con calma