Qual è la via da seguire nel 2007 nel caso in cui si voglia decidere quali devono essere i criteri valutativi da applicare a un album? Com'è possibile districarsi nella giungla di uscite che quotidianamente invadono il mercato discografico tradizionale o semplicemente facendo riferimento ai milioni di brani che viaggiano via web? Ha ancora senso segnalare tutti i titoli proposti, anche solo volendosi limitare a un genere specifico di applicazione? Insomma, potremmo andare avanti a porci quesiti e a cercare risposte che molto probabilmente non troveremo, semplicemente perché non essendoci più limiti e filtri (e neppure logica, aggiungo io) non ha più senso darsi delle regole e perde di significato qualsiasi tentativo di provare a codificare in qualche modo il fenomeno e le sue eventuali conseguenze. Se ne prende atto e si accetta, o meno, di continuare a seguirlo, con le proprie convinzioni e mettendo in essere le proprie scelte. Tutto ciò lo si può applicare, non in forma di cavia, ma quale caso esemplificativo, agli Every Time I Die, quintetto di Buffalo e che porta avanti con una certa coerenza un suono in cui il metal-core (che ha poco da spartire con le "nuove tendenze") si mescola in progressione continua con l'hard rock più viscerale e di tradizione southern.
"The Big Dirty" non si sottrae alla regola e li conferma come accettabili artefici di tale commistione stilistica. E qui sta l'essenza del discorso prima imbastito, perché preso atto della buona volontà degli Every Time I Die, dell'indubitabile dedizione e di quant'altro si voglia citare a loro favore (non senza aver annotato come paiono prigionieri di se stessi, pur se soddisferanno il desiderio di chi ha voglia di ascoltare poco più di 36' di violenza groovy e orecchiabile in ottica rock'n'roll), però ci si domanda se questa non sia solo l'ennesima goccia, significativa in minima parte, all'interno di un oceano e quindi non destinata in alcun modo a mutare il corso degli eventi. E si va avanti così, a sommare, sommare, sommare, sperando che giunga presto il momento di sottrarre e tornare a una sana meritocrazia  musicale!

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