Ha diverse particolarità questo lavoro di Fabio Orsi, uscito nel 2005: il formato, innanzitutto, essendo stato pubblicato solo su vinile dall'etichetta Small Voices. La breve durata: 35 minuti appena. Lo stile musicale: un ambient atmosferico dove convivono elettronica e registrazioni di manifestazioni folkloristiche, ad esempio le feste di paese. Quest'ultimo aspetto in particolare è molto importante: Orsi utilizza la tecnica dei field recordings, cioè registrazioni ambientali che vengono inserite nel tessuto musicale, fatto di morbide melodie ripetute in loop e di fasce di suono, altrimenti note come drones. Qualche tocco, qua e là, al pianoforte o alla chitarra, a cui si aggiungono rumori della vita reale; e l'elettronica come collante.
I suoni ambientali sono quelli della sua terra, il Salento. Così "Osci" (dal nome degli antichi abitatori dell'Italia meridionale) si configura come una specie di documentario sul suono: i due lati del long-playing presentano due brani di 17 minuti ciascuno, senza titolo, articolati in tutto in una decina di episodi. Che affiorano dallo sfondo come fantasmi acustici, restano brevemente in primo piano e poi di nuovo scompaiono sullo sfondo. In successione uno dopo l'altro, come in un film allucinato.
Nonostante Fabio Orsi non li citi mai come suoi riferimenti espliciti, il pensiero corre a figure illustri come Béla Bartók, il primo field recorder della storia, passando per il rumorismo di Pierre Schaeffer e lo Stockhausen etnico di "Telemusik". Mentre fra le influenze che Orsi riconosce c'è l'etnomusicologo americano Alan Lomax, autore negli anni '50 di un monumentale inventario di oltre duemila registrazioni ambientali della tradizione popolare italiana. Fabio Orsi ne localizza il concetto e si definisce un fonico, ancor meglio un fonografo: colui che «cattura un istante sonoro in un determinato luogo e tempo».
E così ha fatto, girando per le sagre paesane, piene di canti tradizionali, di balli, di musica popolare e di vita, riversandone qualche frammento trasfigurato nella musica di "Osci", una prova riuscita nella sua scarna essenzialità e nell'utilizzo di un'elettronica spettrale e ipnotica.
Come vogliamo definire questo lavoro? Ambient rurale, drone folk, musica neo-concreta... A voi la scelta. Ma con "Osci" scopriamo la presenza di un musicista come Fabio Orsi da seguire con grande attenzione.
Elenco e tracce
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