Dopo i grandi e impegnativi dischi a tema degli anni precedenti, questo è un po' un ritorno alle origini: una serie di canzoni riconducibili alla sfera dei sentimenti privati. Svanito lo spirito di ribellione che animava "Storia di un impiegato", l'unica rivolta possibile è quella individuale, la fuga dalla realtà è "evaporare in una nuvola rossa, in una delle molte feritoie della notte" ("Amico fragile").

Questo album dai toni delicati è frutto di una collaborazione, rimasta unica, con l'allora emergente Francesco De Gregori, all'apice della sua vena creativa (è l'anno di "Rimmel"). Si sente molto in "Oceano" e "Dolce luna", dove le tipiche espressioni "degregoriane", un po' sibilline, rendono ambienti e personaggi sfumati, irreali.
Interamente di De Gregori è "Le storie di ieri", ma con un insolito realismo, oltre ad indubbie doti profetiche nel vedere il pericolo di un nuovo fascismo nascente, i cui capi hanno "facce serene e cravatte intonate alla camicia", ma non per questo sono meno pericolosi. "La cattiva strada" (di entrambi) sembra più tipica di De Andrè. Il protagonista di questa canzone semina scompiglio e turbamento nei luoghi del potere (alla parata militare, in un tribunale) ma anche tra gente esclusa, come un alcolizzato o una prostituta. Come una specie di pifferaio magico alla rovescia, si porta tutti dietro sulla "cattiva strada", quella della trasgressione. "Giugno '73" è l'addio alla "buona strada", cioè ad un tranquillo matrimonio borghese, un addio critico ma anche affettuoso: "Io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati". "Canzone per l'estate" è un altro spaccato di vita tranquilla, perfettamente ordinata quanto inutile. "Nancy" è tradotta da Leonard Cohen, maestro di ritratti femminili di grande profondità, che qui riesce a tracciare un personaggio se possibile ancora più commovente e tragico della celebre "Suzanne", anch'essa tradotta da De André. Nancy è un simbolo della solitudine mascherata da un'apparente libertà di costumi ("dicevamo che era libera, ma nessuno era sincero") che troverà la sua ribellione, e la pace, solo nel suicidio. Lacrime sicure: basta essere un po' più sensibili di un paracarro.
Difficile anche rimanere indifferenti ad "Amico fragile", forse la confessione più intima e personale che De André abbia messo in una canzone. L'amico fragile, che si isola dai giochi meschini della società per coltivare le sue illusioni e i suoi ideali in modo solitario, è l'autore stesso, bollato come fragile dalle cosiddette "persone normali", quando invece rispetto a "loro" è, o comunque si sente, "molto più curioso, molto meno stanco, molto più ubriaco...", anche se non lo sbandiera. Ancora più toccante nella sofferta interpretazione "live" con la P.F.M., chiude degnamente un grande disco.

Elenco tracce testi samples e video

01   La cattiva strada (04:34)

02   Oceano (03:12)

Quanti cavalli hai tu seduto alla porta
tu che sfiori il cielo col tuo dito più corto
la notte non ha bisogno
la notte fa benissimo a meno del tuo concerto
ti offenderesti se qualcuno ti chiamasse un tentativo.

Ed arrivò un bambino con le mani in tasca
ed un oceano verde dietro le spalle
disse "Vorrei sapere, quanto è grande il verde
come è bello il mare, quanto dura una stanza
è troppo tempo che guardo il sole, mi ha fatto male "

Prova a lasciare le campane al loro cerchio di rondini
e non ficcare il naso negli affari miei
e non venirmi a dire "Preferisco un poeta,
preferisco un poeta ad un poeta sconfitto"

Ma se ci tieni tanto poi baciarmi ogni volta che vuoi.

03   Nancy (03:58)

Un po' di tempo fa Nancy era senza compagnia
all'ultimo spettacolo con la sua bigiotteria.

Nel palazzo di giustizia suo padre era innocente
nel palazzo del mistero non c'era proprio niente
non c'era quasi niente.

Un po' di tempo fa eravamo distratti
lei portava calze verdi dormiva con tutti.

Ma cosa fai domani non lo chiese mai a nessuno
s'innamorò di tutti noi non proprio di qualcuno
non solo di qualcuno.

E un po' di tempo fa col telefono rotto
cercò dal terzo piano la sua serenità.

Dicevamo che era libera e nessuno era sincero
non l'avremmo corteggiata mai nel palazzo del mistero
nel palazzo del ministero.

E dove mandi i tuoi pensieri adesso trovi Nancy a fermarli
molti hanno usato il suo corpo molti hanno pettinato i suoi capelli.
E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto
È ancora Nancy che ti dice - Amore sono contenta che sei venuto.

Sono contenta che sei venuto.

04   Le storie di ieri (03:16)

05   Giugno '73 (03:31)

Tua madre ce l'ha molto con me
perché sono sposato e in più canto
però canto bene e non so se tua madre
sia altrettanto capace a vergognarsi di me.

La gazza che ti ho regalato
è morta, tua sorella ne ha pianto,
quel giorno non avevano fiori, peccato,
quel giorno vendevano gazze parlanti.

E speravo che avrebbe insegnato a tua madre
A dirmi "Ciao come stai ", insomma non proprio a cantare
per quello ci sono già io come sai.
I miei amici sono tutti educati con te
però vestono in modo un po' strano
mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi
"Sono loro stasera i migliori che abbiamo ".

E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa
Nell'imbuto di un polsino slacciato.
I miei amici ti hanno dato la mano,
li accompagno, il loro viaggio porta un po' più lontano.

E tu aspetta un amore più fidato
il tuo accendino sai io l'ho già regalato
e lo stesso quei due peli d'elefante
mi fermavano il sangue
li ho dati a un passante.

Poi il resto viene sempre da sé
i tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati
io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.

06   Dolce Luna (03:26)

07   Canzone per l'estate (05:21)

08   Amico fragile (05:33)

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "
per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,
ero molto più curioso di voi.

E poi sorpreso dai vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

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