E’ difficile tracciare le coordinate dell’A.O.R. Una volta lo si identificava con la musica da classifica, ma non è più così da tempo. Un rock indirizzato ad ascoltatori maturi? Può darsi. In effetti con il passare degli anni la melodia acquista un ruolo sempre più importante per il mio udito. Quello che è certo è che non è un genere plastificato o vuoto di contenuti, come viene definito da molti. Lo dimostrano non solo le qualità tecniche dei suoi interpreti, ma soprattutto la cura maniacale dei dettagli, dei suoni e degli arrangiamenti. E comunque, al di là di ogni genere o definizione, la musica è quello che conta e i Fair Warning ci hanno lasciato un’autentica gemma di hard rock melodico con questo “Go!”.
Il disco, autoprodotto, esce nel 1997 per la Gun Records ed è il terzo lavoro per i nostri cavalieri teutonici, che devono confermare le pregevoli intuizioni dell’omonimo debutto e del successivo “Rainmaker”.
Nonostante il periodo non sia favorevole a questo genere, i Fair Warning riescono ad ottenere ampi consensi da parte della critica e anche soddisfacenti risultati di vendita, soprattutto in Giappone. E d’altronde il Sol Levante è da sempre ricettivo per questo tipo di sonorità e a tutt’oggi risulta essere l’ancora di salvezza per molte band che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio.
Il songwriting dei Fair Warning è giunto a maturazione. Un connubio di potenza e melodia, energia e romanticismo. La padronanza tecnica sopra la media dei musicisti si sposa con un momento di fertile creatività. Chitarre che sanno graffiare e ricamare, tra riff granitici ed assoli di grande emozionalità. Suadenti tappeti tastieristici che s’insinuano nel momento del bisogno. L’ispirazione ha raggiunto il suo apice, le note scorrono che è un piacere ed è impossibile arrestare questo flusso armonico che si stampa indelebile nella mente. La splendida voce di Tommy Heart a suggellare il tutto, con il suo timbro passionale e un’ugola che si arrampica laddove pochi riescono ad arrivare. Il disco contiene 13 brani che sono tutti dei potenziali singoli. Se questo disco fosse uscito una decina di anni prima si sarebbe gridato al miracolo. Si passa dalle travolgenti cavalcate hard rock come il singolo “Angels of Heaven” o l’epica “Sailing Home” alle raffinate mid-tempo come la drammatica “Eyes of a Stranger” o la straziante “Man on the Moon”. Ma come è facile intuire il punto di forza dell’album sono le ballate. “All on your Own” viaggia su atmosfere romantiche ed è caratterizzata da un refrain sdolcinato, che vi ritroverete a canticchiare senza nemmeno accorgervene. Da incorniciare l’ispirato assolo di chitarra finale. Le due tracce finali, infine, sono tra le cose migliori che l’A.O.R. ci ha regalato. “The way you want it” inizia con un liquido arpeggio di chitarra per poi lasciare spazio ad una prestazione da brividi di Tommy, che ci canta “If this is love / the way you want it /Take it all, make it live / and let it shine”. Ebbene si, un testo che più melenso non si può. Ma voi pensate ad abbracciare la vostra donna (o il vostro uomo per le gentili donzelle) e poi ne riparliamo. “Love song” è la degna chiusura di un disco emozionante. Una ballata intrisa di ariose melodie, che inizia acustica per poi acquistare ritmo e chiudere con un crescendo maestoso, disegnato dalle furiose grida della chitarra.
No, i Fair Warning non ci propongono niente di nuovo. Solo un concentrato della loro classe, un gran gusto melodico e tanta passionalità. Quanto di meglio si possa chiedere a questo genere. Chiamatelo come volete, ma questa è MUSICA.
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