Amelia Murray, classe 1993, neozelandese, nasce e cresce a Wellington, dove si interessa alla musica e suona in una band di sole ragazze.
Nel 2012 Amelia si trasferisce ad Auckland e si iscrive alla facoltà di Musica dell'università cittadina; nel frattempo, inizia a comporre brani propri, che registra nella sua cameretta sul suo Mac e che, di tanto in tanto, pubblica su piattaforme web come Youtube o Soundcloud.

Nel 2014, Amelia pubblica 6 di quei brani in un EP, a nome Fazerdaze, mentre si fa conoscere localmente esibendosi da sola (con loop station e drum machine) o con una piccola band di supporto in bar, club e festival. Grazie al classico tam-tam sui social e all'interesse creato da questo suo primo lavoro, la fama di Fazerdaze inizia a crescere, superando i limiti nazionali ed espandendosi dapprima nell'Oceania e nel sud-est asiatico (complice la bellezza orientaleggiante di Amelia, dovuta alle origini indonesiane), e poi in tutto il mondo grazie alle suddette piattaforme web e alla distribuzione dell'EP su BandCamp, facendo crescere l'hype dei sostenitori per nuove opere della ragazza.

Intitolato come il sobborgo di Auckland in cui Amelia vive, "Morningside" viene finalmente pubblicato a maggio 2017, ripagando dell'attesa le migliaia di fan: contiene alcuni pezzi già editi nell'EP, oltre che brani inediti che lasciano subito il segno. Ad oggi (fine luglio 2018) le views su Youtube del videoclip del singolo di lancio dell'album, "Lucky Girl", sono quasi a quota 7 milioni.

L'album ha un sound ben definito, ma non piatto: la registrazione casalinga non penalizza la qualità delle canzoni ma, anzi, è molto "hi" per essere lo-fi.
Tra tutti i brani spiccano la suddetta "Lucky Girl", ritmatissimo pop super-orecchiabile, la malinconica "Shoulders" e la delicata "Bedroom Talks", con i suoi grilli che fanno pensare alle tranquille serate d'estate in campagna.

Un album che parla dei problemi di ansia di una generazione, delle relazioni e della sensibilità, senza mai scendere nella disillusione o nella tristezza.
Un disco da godere, tra i migliori del 2017.

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