Incuriosito dalle suggerite affinità con l'Opus Pistorum di Miller, mi sono procurato questo romanzetto nostrano che dalla copertina si direbbe più un patinato polpettone erotico.... se non fosse per quel cetriolo verde che compare lì in basso. Cetriolo che poi - nel sesto capitolo - si rivela protagonista di una delle tante sequenze ai limiti della pornografia che questa storia propone.
Sì. Perché qui l'erotismo in verità si sovrappone alla pornografia più esplicita, benché supportata e in qualche modo nobilitata da una scrittura arguta e colta e da una serie di personaggi e situazioni che in effetti ricordano un po' Alf di Opus Pistorum. Modernizzato e calato nell'era del digitale, ma pur sempre fancazzista e bohemien, preoccupato quotidianamente dai suoi pirotecnici rapporti con le donne a discapito della precarietà del suo esistere.
Lettura alla fine gustosa, a tratti umoristica, scanzonata anche quando va con la mano pesante a descrivere minuziose (e sfacciate) scene di sesso. Rede Rocca scrive bene e lo si coglie soprattutto nei dialoghi; ma anche in certi improvvisi squarci poetici che descrivono cieli e atmosfere di fine estate. Dunque, pseudo-porno con un sottofondo di romanzesco che rende molto godibili le oltre duecento pagine.
La storia è narrata in prima persona e al presente, come una cronaca in tempo reale di una manciata di giorni intensissimi che riassume la cornice esistenziale del protagonista: amiche compiacenti e sempre in fregola, serate avventurose in riviera, risvegli post-sbornia alternati a pittoreschi quadretti di quartiere e vicinato. Senza pretese di contenuti, ovviamente. Tanto meno pretese moraleggianti o filosofiche, se non altro perché i personaggi fanno la loro vita mettendo in gioco le loro pulsioni. E tanti dettagli che lì per lì sembrano aprire nuovi riferimenti narrativi, poi restano accennati per lasciare spazio soprattutto a trombate clamorose.
Interessante semmai per il lettore trarre conclusioni in merito al contesto epocale; che a fronte di una sessualità sempre più legata alla tecnoligia ed esasperata dal web e dagli smartphone, qui invece resta godereccia e tangibile come nei romanzi milleriani, per l'appunto. O come nei racconti erotici dei secoli passati. Di tecnologia ce n'è poca, di virtuale quasi nulla. Computer e telefoni compaiono giusto per le loro funzioni basilari, ma per il resto è carnalità vera e pura.
Pensando che oggi la letteratura erotica è rappresentata da roba come le Sfumature di Grigio, ben venga un libro come "Voce del Verbo Venire". Intrattenimento puro a base di un libertinismo che oggi pare essersi perso.
Carico i commenti... con calma