Credo sia inusuale cominciare così una recensione, ma non so come definirlo: Visor om slutet è incredibile. Non mi aspettavo tanto dai Finntroll, padri del black/viking più scanzonato, la versione burrascosa dei cugini Moonsorrow.
Dopo Jaktens Tid mi aspettavo un’altra esplosione sonora, ed invece dopo aver ascoltato Visor om slutet sono rimasto impressionato. L’unico dato negativo può essere trovato nelle ragioni che hanno portato i Finntroll ad “osare”: il cancro alle corde vocali che ha colpito Katla, il vocalist (ora fortunatamente fuori pericolo) e la morte del chitarrista (simpatico burlone che camminava sul ciglio di un ponte completamente ubriaco ed ha praticamente “addrizzato” una curva, facendo un volo non indifferente), eventi che hanno costretto il resto della band a cambiare temporaneamente cantante ed aspirazioni.
Cos’è allora Visor om slutet? Mancano i taglienti riff di chitarra, le percussioni violente… sì, esatto! È uno splendido album di folk scandinavo (no, non è Bob Dylan che ha passato le ferie a Stoccolma) impreziosito dagli strumenti più disparati con forti componenti atmosferiche! Possiamo riassumere l’album in tre parti: ci sono brani cantati, ci sono alcuni intermezzi strumentali ed altri brani che fungono da via di mezzo. Se da un lato l’album può lasciare spiazzati, dall’altro ascoltandolo vengono fuori i pregi di un’uscita fresca e piacevole come questa (nonché unica), a partire dai ranocchi che spadroneggiano in Suohengen Sija (dimenticavo, i testi sono tutti in svedese pertanto non cercate di tradurli…) alla malinconia di Den Sista Runans Dans (bellissima), passando per la baldoria di Försvinn Du Som Lyser.
Buona anche la prova dei musicisti e nel grezzissimo cantante, che ci permette di “vivere” nelle foreste scandinave anche se solo per mezz’ora (questa la durata dell’album).
Pensate che inizialmente doveva uscire solo in Scandinavia: cosa ci saremmo persi!
Per concludere, pur non potendo parlare di capolavoro senz’altro questo è un album che spicca tra tutte le uscite da dieci anni a questa parte per la sua originalità e la piacevolezza che deriva dall’ascoltarlo. Al primo ascolto era spiazzante, al secondo sorprendente. E continua a crescere ogni volta: in una sola parola, unico. Raccomandato anche se non conoscete il genere.
Elenco tracce e testi
03 Försvinn du som lyser (02:38)
Ett skri nu ekar, midnatten vrålar
Svart ondska, himmelen målar
Brutit sig loss, sina bojor lämnat
Snart gamla onddåd hämnat
Marken skakar där ropet hörs
Allstans mord och ondskap görs
Gyttja dränker skog och berg
Svart må bli nu himmelens färg
Korp och kråka sina mat nu får
De följa stigen där döden går
Solen täcks, ej lysa mera
Den höljd är nu, med blod och lera
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