Flogging Molly, Flogging Molly. E' un nome che ci fa subito pensare ad atmosfere festose, danze, birra e... all'Irlanda.

La formazione di Los Angeles si è fatta conoscere in passato come una delle migliori del panorama punk\folk. Vi verrà certo in mente "Drunken Lullabies" o "Devil's Dance floor" , fra i loro pezzi più conosciuti.

Dopo poco meno di 2 anni dal loro ultimo "Whitin a Mile of Home", tornano a calcare la scena con "Float"... più folk, più maturo, più orecchiabile, meno punk.

"Requiem For A Dying Song" apre le danze con la sua melodia allegra e di facile ascolto, segue la bella "Paddy's Lament" che trova pace nel terzo brano, la title track "Float". Curiosa la scelta di inserire una ballad nella prima parte del disco.

La parte centrale dell'album è la più valida e coinvolgente , da segnalare la stupenda "Lightning Storm" e "Punch Drunk grinning Soul".  L'ascolto dei Molly può ad un primo approccio apparire ripetitivo e monotono. A mio parere invece è proprio quella formularità ritmica che conferisce all'opera quella magia, grintosa e incalzante che fa sconfinare l'immaginazione dell'ascoltatore nell'Universo spensierato cantato dal gruppo.

Ricordiamo infine "Man With No Country" e "The Story So Far " che chiude in maniera magistrale (ma malinconica) questo 2008 coi Flogging Molly.

Senz'altro un disco maturo e frutto di lavoro serio da parte del gruppo, decisamente apprezzabile e notevole.

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