Vi avranno detto che "Satori" è un capolavoro.

"Satori" non è un capolavoro, è un buonissimo disco. Molto apprezzabile, invecchiato così così. Chitarre acide e taglienti, per lo più. Raga Rock o come si dice? Anche. Parti vocali da denuncia, però. Da tappi per le orecchie. Questo è "Satori". Non carichiamolo di pesi superflui, non si deve.

"Anywhere" cos'è? Intanto il debutto della FTB. Ché non tutti sono tenuti a saperlo, perché non tutti sono Julian Cope - con la mia, dovuta, stima per Julian Cope e le tante belle cose che mi ha fatto negli anni '80. Ma soprattutto è un dischetto modesto, molto modesto, a tratti imbarazzante se confrontato con quello che nel '70 facevano tanti - e tanti - gruppi di lingua inglese. Un dischetto appena salvabile, diciamolo. Non ci si può tappare le orecchie. Non si può dire che questo sia un disco che superi la sufficienza, giapponese o non giapponese che sia. Siamo seri - o proviamo ad esserlo, per quanto si riesce ad esserlo; e lo dico soprattutto a te, Julian, te che questo disco l'hai tanto considerato da farne la copertina del tuo "Japrock..." o come si chiama. Ma non ti rinfaccio nulla, la copertina è storica, la copertina è bella, la copertina però non fa il disco. Perché poi ascolti il disco e non è un bell'ascoltare, sinceramente.

Un' "Intro" e un' "Outro", tanto per cominciare, tutt'e due per armonica a bocca, che fa molto blues - ma graffiava di più l'armonica di "Dolce Di Giorno", con tutto che quelli che accompagnavano Lucio erano i Dik Dik; si, proprio loro, con tutto il rispetto per i Dik Dik. Intro e chiusura per cosa? Vuoto scimmiottamento di usanze occidentali. Non è un concept, tolto che tutti i pezzi sono in inglese. E ti credo, sono cover, di loro non hanno composto una nota. "Louisiana Blues" - McKinley Monganfield. Ma dico, questi sono proprio fumati. Voglio dire, pure Jagger & Richards facevano la loro barbina figura, specie nei primi tempi, quando osavano - e dico bene, OSAVANO - confrontarsi col repertorio di Muddy Waters - eh, scusate. E infatti i risultati non sono buoni. Prima parte molto hard alla Taste di "Sugar Mama" o "Catfish", per intenderci, ma non hanno la tecnica dei Taste e ti stiracchiano per un quarto d'ora una versione mediocre del blues, pesante quanto basta, ma senza acuti. Gli acuti li prova il cantante, da Jack Bruce dei poveri, ma se già ci voleva tutta la volontà di un Jack Bruce per non sfigurare su mostri tipo "Spoonful" e "Rollin' & Tumblin', qui il limite della decenza è ampiamente oltrepassato. Parte centrale più psichedelica, di certo più interessante ma noiosa, tanto per allungare le cose e accumulare minuti preziosi per la durata del disco. 

Meglio "Black Sabbath", anzi sicuramente il pezzo migliore di tutto il disco e - col senno di poi - una versione che rende in parte giustizia all'originale sabbathiano. Dico in parte perché Iommi non c'è, e se non suonato da Iommi qualcosa come "Black Sabbath" perde metà della sua consistenza. Ma ancora una volta è il cantante a far pena, oltraggiando letteralmente Ozzy con una performance da Ian Gillan sfiatato che comunque, sia detto, non riesce a rovinare del tutto le cose perché qui la band è centrata, è in palla, siamo già dalle parti di "Satori". Ecco, non ho finito di dirlo che arriva una delle peggiori riletture di "House Of The Rising Sun" mai ascoltate. Acustica, e la scelta sarebbe anche azzeccata. Ma il pessimo ti sfodera una prova al limite dell'irritante, violentando quello che è un testo di disperazione con i suoi "di-di-di-du-du" tra un verso e l'altro che sono qualcosa di incommentabile. La parte strumentale e discreta, niente di che. Non sarebbe stato il caso di coverizzare qualcos'altro? Mah. 

Ma ecco, per il gran finale - appunto - le comiche finali. "21st Century Schizoid Man". Avrei voglia di bestemmiare, ma oramai ho deciso che la metto sul ridere e non me la prendo. Dico: ma chi sono loro, i Bi-Kyo-Ran, gli unici giapponesi degni di interpretare il Re? No, semplicemente la FTB. Porca puttana. Però devo ammetterlo, il cantante ha coraggio, se non altro quello. Dopo Muddy Waters, Ozzy ed Eric Burdon, ci prova pure con Lake. E qui secondo me rinuncia in partenza, sembra che canti col naso tappato. Meglio così, pochi danni. Pronuncia a parte, ché il testo secondo me se lo inventa. Tranne il titolo. Ma veniamo alla parte strumentale. Niente sax. E va bè, se è per questo pure i Crims del periodo-Wetton hanno fatto senza. Bell'assolo di chitarra, bello ma troppo convenzionale, la follia di Fripp è lontana anni luce, qua seconde me si è perso proprio di vista il significato del pezzo. Comunque più che ascoltabile. Assolo di basso lungo, noioso e inutile, sopra la batteria che non si sa che combina, ma almeno riesce a fare un po' di casino. E riparte la chitarra con quei passaggi mezzo arabi che non c'entrano niente. Ma le risate arrivano a 10:50 circa, quando si mettono in testa di imitare gli arcinoti - velocissimi - passaggi all'unisono che precedono la ripresa del tema. Li fanno a velocità dimezzata, la chitarra si mangia più di una nota e più di una volta va fuoritempo.

E qui ho spento, perché era veramente troppo.

 

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