Skype generò lag. Lag generò gitch.

Fluff pup è un producer canadese, credo all'esordio. Fluff pup prese glitch e generò cinque droni.
Lo diceva pure Baudelaire che il poeta, l'artista, è quello che quando Skype fa le bizze si mette a registrarle e a mandarle al mixer insieme a campioni di chissà che cazzo. Quando noialtri marinai del web lanciamo madonne e riavviamo il programma, lui è L'Albatro.

Ne scaturisce una fantasmagoria no wave ricolma d'estetica. Lentissima, strascicata, estenuante. Tra le coltri pesanti di glitch si percepiscono cantanti k-pop, muffa R'n'B, chitarre acustiche scordate, rapper scarsi. Ma sono orpelli vaporwave di sfondo, dove protagoniste assolute dell'ambiente sono le onde lunghe e sfiancanti dei ritardi di segnale. Potremmo chiamarlo vocal-ambient, perché di voci si tratta. Potremmo ballare a momenti. Potremmo lambiccarci a definirlo field recording di un field che fisicamente non esiste, forse. Potremmo giocarci su a Megaman Battle Network.

Resta un lavoro concettualmente brillante e magistralmente eseguito. Digitale al midollo, con bassi pesanti e suggestioni intellettuali. Jack in.

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