Ecco un nome che finora non ha iniziato a circolare in modo significativo nel music-biz come meriterebbe: la Fonderia, magico gruppo romano che nel 2006 ha dato alle stampe il suo secondo album, dopo un esordio già buono.
I primi riferimenti che mi vengono in mente per descrivervi la loro musica sono i Weather Report e il Perigeo, quindi avrete capito che parliamo di jazz, prog, rock, fusion, etno ecc.. E' musica solo strumentale, dove a prevalere è il feeling, l'urgenza artistica, non certo il mero sfoggio di tecnica.
L'album si compone di 10 pezzi della durata che varia dai 4 ai 10 minuti, tutti a base di chitarra elettrica ed acustica, piano, tastiere, sinth, hammond, moog, tromba e sezione ritmica, lasciando il proscenio a tutti e cinque i componenti della band, ognuno abile a creare sonorità e trame sempre sorprendenti. Già, perchè il bello di questo album è la varietà tra i pezzi e dentro ai pezzi stessi, ove non mancheranno le sorprese ad ogni ascolto, e quando una traccia vi sembrerà d'averla inquadrata su certi binari, sappiate che interverrà un cambio di registro e d'atmosfera a spiazzarvi piacevolemente.
Oltre poi ad un clarinetto ospite in due tracce (in una delle quali appare anche un violoncello) e al sax in un'altra, abbiamo un super-ospite della band romana di progressive per eccellenza: il Banco. Sto parlando di Rodolfo Maltese, la cui chitarra acustica impreziosisce una traccia, ma la cui presenza, soprattutto, nobilita il lavoro e la band in questione, quasi a darci un marchio di garanzia sulla qualità del progetto.
Nel booklet del cd appaiono tante lampadine, ed in effetti è proprio la luce del genio a pervadere l'album, ricco com'è di melodie subito accattivanti unite a passaggi più intricati, il tutto sempre fruibile e ascoltabile anche da un profano del genere, grazie proprio al senso della composizione di questi ragazzi, cui va dato atto d'aver creato qualcosa di unico, un mix di atmosfere sognanti e leggere, malinconiche (penso a "Quand'ero piccolo", stupendo pezzo di 4 minuti, semplice, giocato prima su un giro di piano accattivante e infine su un solo-guitar da applausi, sentito e melodico) e di parti ora funky, ora jazz, ora etniche.
Se devo scegliere una traccia che esemplifichi tutto ciò, dico "Grandi novità": intro atmosferico col piano scandito, lento, sussurrante, tastiere ariose sullo sfondo, poi attacca la tromba, a disegnare una lunga melodia subito afferrabile, seguita sempre da un basso mai banale... ed ecco che a metà pezzo tutto cambia, il ritmo accelera, subentra la solare chitarra di Maltese, il piano disegna ancora una melodia bellissima, ora più veloce, fino a sfumare in strani effetti sinth.
Sappiate in ogni caso che non vi sono cali, riempitivi, ogni pezzo ha un paesaggio da offrirvi, un'emozione da comunicarvi, un ricordo da suggerirvi, perchè questa è musica libera, scevra d'ogni legaccio, "immaginifica" (per citare un termine spesso usato da Di Cioccio, col quale ha pure chiamato la sua etichetta, e se Fonderia vi rimanda a Forneria, beh, quantomeno per l'attitudine, il paragone ci sta). Ogni componente interviene quando crede, dialoga con gli altri, si esibisce in proprio, ma sempre mantenendo una coerenza ed un filo logico della canzone che ne smorzano quelle fughe irrazionali e incontrollate tipiche del progressive più puro. No, quì a regnare è la saggezza, la quiete, l'armonia, questa è arte musicale. Come detto, vi sono sì accelerazioni, variazioni, scenari musicali che mutano d'improvviso, ma il tutto sempre con una compostezza, un senso della misura e una classe che fanno di questi signori degli autentici filosofi della musica.
Un concetto-chiave per descrivere la loro musica, forse, è "libertà controllata", nel senso di creatività e improvvisazione plasmate e arginate sempre dal senso per la melodia e dalla ponderatezza.
Spero d'esser stato un umile servitore della loro causa, se lo meritano: è quando sento dischi come questo che mi ricordo di cos'è la musica e del suo potere visionario ed esplorativo di ricordi, sensazioni, istinti, suggestioni.
E intanto sto riascoltando "Quand'ero piccolo": quant'è delicata, quant'è bella....
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