#1 Il sognatore
Ti porto in aperta campagna. Hai bisogno di prenderti il tuo tempo. Diminuisci progressivamente il tuo flusso di pensieri, apri le finestre del tuo spirito e fammi insinuare nel profondo. Ti faccio abbassare i livelli di noradrenalina. Siediti ora nel muretto sotto gli ulivi, appoggia la schiena sulla parete di cemento della casetta e chiudi gli occhi. Tra qualche ora potrai tornare alle tue ordinarie (pre)-occupazioni. Mettimi in riproduzione senza pause e senza paure da “Loved” a “Three Drums”.
So che di solito ti ecciti con il rock duro e le distorsioni elettriche, ma credimi a volte è meglio abbassare i toni. Hai bisogno di pattern pacifici per rilassare i circuiti, non di sovraccarichi sensoriali. Al calare del sole e sul finale di “Three Drums” vedrai che mi ringrazierai e tornerai a farmi risuonare in questo o in un altro posto isolato. I campi di verdure bagnati ed cielo grigio del giorno prima saranno solo un ricordo. Tornando sulla strada di casa noterai un arcobaleno farsi spazio salendo sulle spalle del grattacielo della multinazionale americana. Capirai che tutto si è sistemato.
#2 Il terrorista
Si chiama “Three” ma in verità è il dodicesimo lavoro dell’artista inglese che dopo diversi singoli lasciati per strada negli ultimi anni e svariate collaborazioni (Burial e Skrillex tra gli altri) torna a misurarsi di nuovo sulla lunga distanza. Un lavoro completo che riassume le varie anime da quella da club a quella più ambient che aveva visto prendere il timone nel coraggioso “Parallel” quasi uno spin-off.
Ma ora procediamo con un professionale track by track di tutte le tracce di questo disco e dei precedenti quattro per un totale di 97 tracce che stavate tutti aspettando. Si parte con “Loved” che dopo i primi trenta secondi di quiete al minuto uno trentotto secondi e quattro centesimi * questo contenuto è stato oscurato in quanto non conforme alla policy di Debaser *
#3 Il frettoloso
La nemesi più luminosa di Burial per le belle giornate all’aperto torna in piazza con passi brevi ma decisi. “Loved”, “Three Drums” e “Skate” vanno già dritte tra le migliori cose. La dimensione onirica e yoga-friendly flirta con la dance luminosa di “Daydream repeat”, prima che la prima schiacci la seconda nella notte profumata di “So Blue”. Ma è la monumentale e cinematografica semi title-track a vincere per distacco. Un’altalena emotiva di ben otto minuti.
Aggiornate la vostra playlist su Spotify.
#4 Il professionista
Mi ero fatto altre idee quando me ne hanno parlato. Non sapevo chi fosse Kieran Hebden in arte Four Tet. Sono stato costretto sotto tortura ad ascoltarlo ogni mattina mentre facevo colazione con pane, burro e marmellata. Hanno preteso lo ascoltassi almeno 600 volte prima di poterne parlare.
Mi hanno assicurato che dopo mi avrebbero restituito tutti i miei 423 vinili, tra cui quelli preziosi a tiratura limitata dei Doors e Creedence Clearwater Revival. Dovevo solo fare la recensione in tempo. Nessuno voleva occuparsene. Adesso liberatemi e datemi i miei cimeli, i patti erano chiari. Per favore ho sette gatti, venti polli, ventidue capre e undici pecore a cui badare.
#5 Il lapidario
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