Olsen Olsen non lo sa... che sono presenti tre recensioni dell'esordio solista del Principe.

Quindi scriverà la prima (quarta). Spinto dal fatto che ha ascoltato prima la versione in formato digitale e subito dopo quella in analogico (un bel giochino da fare con tanti dischi). Olsen Olsen al bivio. Come Marianna. Fidatevi, sono due dischi diversi. Molto più caldo e avvolgente in vinile, come una coperta di Linus. Mi piace pensare a questo disco come ad una coperta di Linus. Un oggetto da cui non separarsi mai...

Dopo la collaborazione con Antonello Venditti dell'anno precedente, a cui "Il Ragazzo", piazzata al terzo posto del secondo lato, fa più di un richiamo, De Gregori licenzia il suo primo lavoro da solo. Un primo lavoro-capolavoro.

Apre "Alice", per la quale spendere parole è, forse, inutile. Conosciutissima, bellissima ma violentata dai tanti passaggi radiofonici oramai trentacinquennali. "1940" è uno stupendo affresco dell'entrata in guerra della nostra nazione, vista con gli occhi di una madre (lui dice che è la sua). La sensazione che la donna abbia capito il tragico errore dei potenti dell'epoca è chiarissimo. Sia da come canta De Gregori, sia dal tappeto sonoro sotto le sue liriche. Una batteria nervosissima, quasi prog, insieme al basso, ritmano. E gli archi sono melodicamente glaciali. Annunciano la sconfitta... "ed il fiume li guarda passare".

Lo zenith del disco è però "Buonanotte Fratello". Una acustica schizofrenica con un testo schizofrenico. Dedicato al fratello? Agli albori della sua carriera Francesco fu, in effetti, spronato dal fratello Luigi. Fu lui a introdurlo nel mondo della musica. Nelle parole sembra di scorgere una sorta di risentimento, anche se i testi sono sempre stati di difficile interpretazione. Almeno fino a "Buffalo Bill" del 1976

Nella seconda parte spiccano le tre canzoni messe in coda all'album. "Irene", "Marianna Al Bivio" e "Saigon". Una breve ballata folk dal testo amarissimo la prima. Una donna su un cornicione. La seconda è nebbiosa e vengono descritte relazioni tra persone con metafore quasi incompresibili. Chiude "Saigon". Questa volta la guerra è quella del Vietnam. Quando uscì il disco l'america aveva appena ritirato le truppe dal paese asiatico. Neanche due anni dopo il Vietnam del Nord invase quello del Sud e instaurò col sangue il potere. "Terra libera, terra scura, quest'autunno cambierai colore, con il vento e sarà la pioggia che cadrà senza bagnarti il cuore".

Tutto ciò a ventidue anni. Già, 1973. Uscivano anche "Opera Buffa" di Guccini, "Storia Di Un Impiegato" di De Andrè, "Sulle Corde Di Aries" di Battiato e tanti altri.

Oggi imperversano gigidalessi, franceschirenghi, ligabui... ma tutto questo Alice non lo sa.

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