Provai una sensazione buffa e piacevole. Mi sentivo come un ragazzino che sta dando un esame, ma è contento perché è preparato e può far vedere quanto è bravo a un adulto che gli piace.

-C’è una canzone di De Gregori molto bella: Un Guanto.

-Me la ricordo. Una canzone ermetica.

-È ispirata ad alcuni disegni di Max Klinger. La si capisce molto meglio ascoltandola mentre li si guarda. Parafrasi sul ritrovamento di un guanto mi pare si chiami il ciclo.

Gianrico Carofiglio, La regola dell’equilibrio, pag.214, 2014, Einaudi

Pare che il primo vestito della mano fu un’invenzione delle Ninfe.

Per soccorrere Venere, ferita da un cespuglio spinoso, avrebbero cucito delle bende attorno alle sue dita. Le bende diventano guanto, leniscono la ferita e diventano protezione, lanciano una sfida alla natura e si tramutano in potere acquisito.

Il guanto, rappresentazione di un simbolo ed espressione di un linguaggio di sentimenti, con Klinger diventa la storia dell’amore contrastato, difficile e senza tempo.

De Gregori raccoglie il guanto di Klinger in una sfida tra la poesia della musica e la poesia delle immagini.

In una pista di pattinaggio sono rappresentati dei personaggi eleganti, che salutano, sorridono e conversano tra loro. L’ambiente è solo apparentemente sereno: i vetri del palazzo alle loro spalle sono deformati, un cagnolino è legato a una sedia, una bambina è caduta per terra, in prossimità di una coppia che pattina con il corpo obliquamente proteso in avanti. Tutto è in precario equilibrio. I pattinatori, il cagnolino, la donna che ha perso il guanto, l’uomo che vuole raccoglierlo.

Come l’amore fa perdere la testa, un uomo perde il cappello.

Qui parte il viaggio del guanto, dal mondo reale al mondo onirico, dove le stanze non hanno più pareti, ma alberi infiniti. Un amore contrastato è come affrontare un mare in tempesta: la fantasia galoppa verso il trionfo dell’amore. Ma l’uomo non può governare l’amore: prezioso come una perla, sa che l’amore è cieco. E anche quando le onde della passione portano fiori al suo altare, l’amore sfugge.

E il sogno può trasformarsi in incubo.

L’amore non è un trofeo da appendere a una parete. Cosa unica e speciale non può essere difeso dalle insidie, perché può prendere il volo verso un’altra direzione e non essere raggiunto.

E all'amore e alle sue pene
Il guanto si era già posato
In quel quadro infinito
Dove Psiche e Cupido governano insieme
Dove Psiche e Cupido sorridono insieme"

Come diceva Prospero nella Tempesta, siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.

La sfida tra musica e immagini che si uniscono in matrimonio è il lieto fine.

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