Quello che più mi colpisce di Francesco Guccini è il fatto di essere capace di sorprendere in ogni modo senza mai risultare ripetitivo, servendosi anche di espedienti non facilissimi da usare né alla sua epoca né al giorno d'oggi. A dimostrare ciò è il lavoro che sto recensendo ora.

Siamo ancora un pochino lontani dall'epoca dell'intramontabile "L'Avvelenata", ma ad un anno di distanza dal "boom" del capolavoro "Radici" (quindi "La Locomotiva", "Il Vecchio E Il Bambino" ecc.). Sorprende la copertina, una maschera da clown (probabilmente, ma non sono ancora riuscito a capire se è uno che la sta indossando o solo una maschera) con lo sguardo apparentemente curioso davanti ad un vinile totalmente bianco con su scritto il nome dell'album. Ma è proprio questa particolare copertina la chiave che ci porta a capire il succo di questo lavoro.

Tutto ciò è "Opera Buffa", disco, a detta dello stesso Francesco, nato per caso ma non a caso, già in cantiere da tempo, una sorta di "altra faccia di...". Perché si tratta di un lavoro gigionesco, cabarettistico, di un divertissement.

Si aprono le danze con "Il Bello", venuta in mente al nostro usando come spunti i tic della vita di provincia. Il risultato è un profilo del ragazzino spavaldo ed impomatato che con la sua Galera e il suo "savoir faire" fa strage di cuori nelle balere di paese. Il tutto in due minuti e poco più.

"Di Mamme Ce N'è Una Sola" è un'ode all'amore materno con la tipica verve del cantautore modenese, il tutto condito da un sapiente uso di violino, fiati e percussioni.

Il top del cd è "La Genesi", simpaticissima narrazione sulla creazione dell'uomo, dove Guccini immagina Dio che, annoiato in un universo senza televisione, decide, per sua distrazione, di creare l'universo, per poi creare l'uomo attraverso degli avanzi.

"c'era un po' di formaggio e due scatolette di Simmenthal, cioè lui li mise assieme e poi...

Prese un poco di argilla rossa, fece la carne, fece le ossa,

ci sputò sopra, ci fu un gran tuono ed è in quel modo che è nato l'uomo..."

Ma che dire di "Fantoni Cesira"? Dedicata a Sofia Loren, è una sorta di ritratto geniale di una di quelle ragazze che ormai si trovano in giro anche oggi. La protagonista è Cesira, figlia di un alcolizzato che non ha mai in tasca una lira e per il vino ha lasciato casa, lavoro, figlia e consorte. Questa, rimasta orfana dopo il suicidio della consorte, dopo aver trovato un lavoro in una fabbrica dove sogna una vita da principessa piena di vari sfarzi, e conosciuto un produttore che le proporrà di fare del cinema passata una notte insieme (il tutto dopo essere stata eletta "Miss Tette"), conquisterà Cinecittà rinchiudendo il padre in ricovero, lasciando il lavoro, comprando un topless per mostrare il seno e correndo "a Roma col primo treno", dove si farà mantenere da un onorevole ed andrà a letto con tre produttori, studiando dizione, bel canto, regia e recitazione e facendosi chiamare Cesy Phantoni.

"E la morale di questa storia al giorno d'oggi non è tanto strana: per aver soldi, la fama e la gloria bisogna essere un poco puttana!"

In effetti non è che sia molto diverso da certe situazioni odierne.

"Talkin' Sul Sesso" è uno schiaffo a tutti i benpensanti sessuofobi che a mio avviso farebbe bene anche oggi a certi finti professori che si vedono oggi in tv o in politica.

Il tutto finisce con "La Fiera Di San Lazzaro", filastrocca popolare bolognese che si riferisce ad un tradizionale mercato che si tiene ogni anno nel Comune di San Lazzaro di Savena. Da "cappottarsi" dal ridere.

Questo suo aspetto cabarettistico tornerà in futuro, ma purtroppo solo nella divertentissima "I Fichi" contenuta in "D'Amore Di Morte E Di Altre Sciocchezze" del 1996.

In sintesi, questo per me non è un disco anomalo (come probabilmente pensava qualcuno al momento dell'uscita). Fa parte di quei lavori che al giorno d'oggi andrebbero riscoperti e rivalutati, pronti per stupire di nuovo. Una chicca da non sottovalutare nella discografia di Guccini e anche un buon modo per farsi quattro risate "alla modenese".

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