So bene che "Apocalypse Now" , film realizzato da Francis Ford Coppola nel 1979, è stato oggetto di numerose analisi e recensioni in questi decenni e tutte concordi nel ritenerlo una pellicola importante ed imprescindibile nella storia del cinema di fine Novecento. Verrebbe da chiedersi cosa di nuovo si possa aggiungere a quanto scritto (un po' come se, in altro ambito artistico, si volesse descrivere ed analizzare la Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti, finendo con una lode scontata a siffatto capolavoro). Quindi vorrei, semmai , limitarmi a proporre per il suddetto film qualche nota a margine senza dilungarmi sui vari passaggi della trama, giusto per stimolare un'ennesima visione dell'opera (almeno per chi l'ha già vista, mentre per eventuali ignari del film di Coppola l'invito perentorio è quello di colmare velocemente tale lacuna di cultura cinematografica) .

Innanzitutto, quello che mi ha sempre incuriosito di "Apocalypse Now" è il fatto che Coppola, originariamente, avesse pensato a girare un film su soldati yankees che, fra un combattimento e l'altro in Vietnam, si ritempravano praticando un po' di surf nelle acque prospicienti le coste del Vietnam del Sud. Da questa bizzarra idea (condivisa con George Lucas) Coppola ha sviluppato un soggetto che incrocia liberamente "Cuore di tenebra" di Conrad e si allarga dalla cornice temporale del conflitto vietnamita fino a rappresentare l'insensatezza della guerra in generale e i dilemmi etici conseguenti che affliggono l'animo umano di per sé già complesso. E quindi accomunare il suo film a tutte le pellicole dedicate a quella guerra (da "Platoon" in poi , peraltro ben realizzate) è una svista notevole.

Ad una visione attenta, l'intera missione affidata dalle autorità militari statunitensi al capitano Willard (porre fine al comando del colonnello yankee Kurtz reo di applicare metodi" insani" nella guerra contro i vietcong ) ha le sembianze di una discesa dantesca agli inferi nell' orrore ed insensatezza della guerra. E si sa che quest'ultima non viene condotta con i guanti anche dalle cosidette forze del bene (basterebbe giusto ricordarsi del famoso eccidio in quegli anni nel villaggio vietnamita di My Lay ad opera dei marines americani..) . Insomma, qualsiasi conflitto bellico abbrutisce chi lo compie e , particolare nel film che mi ha sempre colpito, quando Willard e i soldati di scorta dopo varie peripezie giungono al cospetto del famigerato colonnello Kurtz (impersonato da un leggendario Marlon Brando) si trovano un uomo appesantito e calvo. Vedendolo così, mi ha dato l'impressione di essere una sorta di redivivo Benito, opportunamente catturato e fucilato mentre fuggiva all'estero dopo le ben note vicende che afflissero l'Italia ed il mondo intero durante la Seconda guerra mondiale . Fine meritata per qualsiasi dittatore poiché, come già sosteneva Shakespeare, se il potere un po' corrompe, troppo potere corrompe troppo (questo è almeno il significato di quanto sostenuto dal Bardo e non ricordo in quale sua opera). Quindi Kurtz è la personificazione del potere malsano ed illimitato (legibus solutus per dirla con i latini) che deve essere comunque stroncato (anche se poi il male potrebbe ripresentarsi..).

Ma , se si vuole trovare uno spunto particolare per rivedere l'opera di Coppola (della quale fu editata nel 2001 una versione più ampia pari a 202 minuti di durata) suggerirei quanto fu riportato, nel 1966, in un 'intervista pubblicata da un giornale statunitense (di cui non ricordo il nome). Il giornalista , intervistando un soldato americano impegnato sul fronte vietnamita, gli chiese un parere sul conflitto e si senti' rispondere più o meno che "la guerra è sempre una merda". Bene, prima ho evocato il parallelo con la discesa dantesca agli inferi e molto probabilmente lo stesso Dante, nel descrivere i gironi infernali lambiti dal fiume Stige, non immaginava che l'aere fosse caratterizzato da profumi inebrianti di rose e violette, semmai quanto percepito dalle narici fosse un trionfo di miasmi ed effluvi insopportabili . Un'immagine troppo forte per un parallelo ardito con il teatro di operazioni belliche? Beh, resta indimenticabile nella fluviale trama di "Apocalypse Now" la parte in cui la pattuglia capitanata da Willard viene scortata per un tratto dalle truppe comandate dal tenente colonnello Kilgore. Questi, oltre all'hobby del surf, se ne esce con affermazioni allucinanti sul piacere provato a percepire il forte odore, di prima mattina, del napalm in quanto lo paragona al profumo di vittoria.

Il che mi conferma vieppiu' che equiparare la guerra all'orrore, come ribadito nel film di Coppola, possa persino passare per un eufemismo. Ad aver ragione è semmai quel soldato americano intervistato nel 1966 e, vedendo un film bellico così tosto, sarebbe il caso di provare a calarsi completamente nella vicenda e provare ad immaginare di respirare a pieni polmoni un odore così sgradevole pertinente certe sostanze reflue . Sfiderei poi chiunque, dopo simile esperienza , a prendere le difese di un eventuale novello dottor Stranamore.

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