"Il mio incubo è scivolare, strisciare come una lumaca lungo il filo di un rasoio… e sopravvivere".
Chi è stato in Vietnam non ha più una casa. Quando sei in patria desideri tornare nella giungla, quando sei in mezzo ai charlie's speri di tornare dai tuoi cari. Questo è il pensiero del capitano Willard, soldato che ha combattuto, ha ammazzato ed ha visto i suoi uomini trucidati "per il più grosso niente della storia".
Eppure il suo posto ormai, non è più al fianco della moglie. Le pareti della sua casa gli sembrano avvicinarsi sempre di più ogni giorno che passa, rendendola sempre più stretta e soffocante. Il sogno è quello di essere reclutato per un'altra missione, quella definitiva, in cui poter cercare la suprema redenzione. Come ogni uomo al fronte, egli non sa se essere bestia o Dio, ma, come ogni soldato che perde la vita ed uccide nella fogna gialla, è entrambe le cose. La tanto agognata speranza diviene realtà e la sua vita sarà d'ora in poi nelle mani del fiume, quel fiume che lo porterà al compimento dell'azione segreta per cui è stato ingaggiato e che, soprattutto, per lui rappresenta la spiegazione a tutto l'inferno visto e vissuto sulla propria pelle.
Ma, stavolta, l'obiettivo non è un vietcong ma un pluri decorato ufficiale americano. Un uomo a cui lo accomuna praticamente tutto. Riuscendo a portare a termine questa prova, egli potrà dare finalmente un senso a tutto l'orrore che lo circonda e liberarsi di tutto il male che ha dentro. Il fiume separa in due la giungla, tagliente come il filo di un rasoio.
Sulle sue sponde si consuma l'ordinaria follia della guerra, resa ancora più surreale da un giro in surf sotto i colpi dei mortai, i palchi montati in mezzo al pantano ed al sangue in cui sfilano seducenti le conigliette di playboy, pescatori massacrati per colpa di una bambina che tenta di nascondere un cucciolo di cane, l'ipocrisia di salvarli dando loro dei cerotti quando un attimo prima li avevano aperti in due con i mab, i comandanti che addestrano i giovani a sparare il napalm ma, nello stesso tempo, vietano loro di scrivere la parola cazzo sugli elicotteri perchè considerata oscena. In mezzo a tutto questo Willard è alla ricerca del colonnello Kurtz. Kurtz ha una storia simile alla sua, egli potrebbe essere lui. L'Intelligence militare lo vuole morto perchè combatte una guerra personale con metodi insani. Ma ciò che lo ha reso tale è l'orrore.
Tutti i soldati americani potrebbero diventare come il colonnello Kurtz, soprattutto il capitano Willard. Ma Willard dovrà vincere la sua profonda ammirazione per quell'uomo che è riuscito in breve tempo a farsi rispettare e venerare come un Dio pagano. Il Colonnello Kurtz ha compreso il perchè gli americani non vinceranno mai la guerra, e cerca di adottare e di mettere in pratica i suoi convincimenti nati dopo la inumana esperienza vissuta quando vide alcuni charlie's amputare il braccio dei loro bambini vaccinati poco prima dai soldati americani. Pianse come una nonnina il colonnello Kurtz, ma nello stesso tempo fu folgorato come se fosse stato sulla via di Damasco. Non ci deve essere nessun barlume di sentimentalismo, nessuna umana carità, solo crudeltà, cinismo, distruzione. Ma il colonnello Kurtz è ormai stanco e logorato dall'orrore e non aspetta altro che morire da soldato. Il risultato finale non può che essere l'incontro e l'unione tra i rispettivi voleri ed aspirazioni dei due militari.
Tratto da "Cuore di Tenebra" di Joseph Conrad, e traslato da Francis Ford Coppola in Vietnam, "Apocalypse Now" non è semplicemente un film sulla guerra, ma è soprattutto un manifesto psicologico sulla instabilità della mente umana quando si arriva a superare la sottile linea che c'è dentro ogni uomo tra il bene ed il male, quello che Kurtz chiama "il punto del non ritorno".
In questo senso l'interpretazione di Marlon Brando è strepitosa, in quanto incarna perfettamente la commistione tra bestia e Dio quali entità separate esistenti in ogni soldato. Commistione, invece, che non si perfeziona nel capitano Willard, interpretato da un ottimo Martin Sheen, proprio perchè egli, anzichè farsi trascinare dalle sirene dell'onnipotenza, preferisce portare a termine la propria missione.
"Il Presidente degli Stati Uniti dice che si respira un'aria positiva in Vietnam… soldato, lei la sente?"
E voi la sentireste?
Carico i commenti... con calma