Giornate lente come i fiocchi grossi come lenzuoli che scendono dal cielo. E io a spalare. Non che abbia molto da fare visto che sono in CIG in attesa di essere licenziato ma, si sa, i pigri sono sempre più pigri con il passare degli anni. Insomma in questi giorni sto facendo le olimpiadi e non ce ne sono molti che possono competere con me perché come nuoto nell'accidia io non c'è Phelps del 2008 o Spitz del 1972 che mi possa tener testa. Prendo le ore e le trasformo in fogli di carta, poi li appallottolo e gioco a fare canestro. Dopo una serie pressoché infinita di serie tv di un livello vomitevole, ogni riferimento a FlixeNnette è voluto, decido di riascoltare dischi perduti e poi passo ai libri. Ne trovo uno bello grosso che non mi ricordavo nemmeno di avere comprato e che mai ho aperto. Da ex radical chic de cazzo ero solito comprare fogli rilegati solo per metterli in mostra.

Ma a dire la verità sono molti coloro i quali citano questo libro, ma mica lo hanno letto mai. Uno scorre il titolo e pensa: ma che cazzo ti eri fumato Francis? Quando hai scritto quell'articolo nel '89 avevi appena finito di vedere Rocky Balboa spiezzare in due Ivan Drago? Ma che, pensavi per davero, davero, che bastasse che venisse giù un muretto perché si creasse così, d'improvviso, un mondo da e vissero tutti felici e contenti? Fine. Fine della storia? Ultimo uomo?

Ok a distanza di quasi 30 anni possiamo dire che il mondo non ha preso esattamente la piega che Francis aveva ipotizzato ma non c'è qualche spunto di riflessione importante? Beh cari deutenti e deutentesse ce ne sono molti ma per trovarli bisogna fare uno sforzo titanico. Pensate che io, che ho modello di ispirazione "Il Drugo", ho dovuto prendere una scala per tirare giù quel tomo, un buon mezzo chilo, e PAM! Aprirlo.

Occhio adesso, che ora parte la fase semiseria di questa cosa che sto buttando giù di getto quindi prestate attenzione. 15/20 righe; magari siete in forma oggi e potreste perfino farcela.

In primis partiamo dal fondo. L'ultimo uomo sono io, siamo noi. Una società narcisistica ed egoista che senza "thymos", (la cui traduzione personale è palle anche se non credo che Francis sarebbe d'accordo), mira alla mera sopravvivenza e cerca di evitare in tutti i modi il conflitto per avere un quieto vivere e l'illusione di libertà e pari possibilità di emergere. La domanda che si pone Fukuyama, citando Nietzsche, è se questa esistenza sia soddisfacente e soprattuto se lo sarà in futuro. Sintetizzando l'orgoglio, la necessità di riconoscimento è stata progressivamente canalizzata in modo pacifico in ambito economico, sportivo, culturale e mondano, nel cosiddetto mondo sviluppato dal secondo dopoguerra con l'aumento di liberal democrazie. Sarà così anche in futuro? O il thymos arcaico emergerà nuovamente in tutta la sua forza distruttrice?

In secundis Fukuyama sapeva perfettamente che la fine della guerra fredda non avrebbe magicamente creato dall'oggi al domani un mondo pacifico. L'autore cerca di spiegarci il presente analizzando il pensiero tra gli altri di Hegel, Kant, Marx, Nietzsche, Hobbes, Locke, Tocqueville e vattelapesca. Secondo lui con la caduta del blocco sovietico si era intrapresa una strada lunga che avrebbe portato nell'arco di due/tre generazioni a un maggior sviluppo di liberal democrazie nel mondo partendo dal "centro" per arrivare infine nelle periferie. Non perché la democrazia fosse la forma di governo più performante, ma perché era quella più accettabile per il grado di libertà/stile di vita che poteva offrire. Ma in questo libero ci sono anche tante previsioni azzeccate. Con un tiro da tre leggero come quello di K.D. o Steph Curry aveva previsto l'ascesa veemente della Cina con il suo modello iper efficiente a discapito della libertà. Solo per citare alcuni temi snocciolati nel libro Fukuyama prevedeva un possibile pericoloso ritorno dei nazionalismi e considerava la migrazione e l'ambiente come i problemi del XXI secolo. Ci sono anche un po' di mattonate tipo le previsioni sullo sviluppo della CEE e ONU.

Sintetizzando brutalmente, sono stanco, la situazione post seconda guerra mondiale è un gioco di equilibri. La democrazia sembra il compresso migliore possibile anche perché una guerra antica con le armi moderne sarebbe letale. Fine della storia.

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