Francis Moon è un cantautore svedese con base ad Amsterdam, attivo dal 2016. Questo è proprio l’ anno in cui pubblica l’album d’esordio “Onwards.”

Il suono di questo disco batte l’occhio a quelle atmosfere dream-pop Scandinave che nei primi anni dei 2000 si sono disseminate un po' in tutto il mondo, grazie al successo di gruppi come Mew, o Simian Ghost. Le sue canzoni però non rispecchiano i classici canoni del “Nordic Indie,” puntando a un sound che è più ambizioso, che quasi si azzarda all’ “arena rock.”

Cosa verrebbe fuori se i Coldplay si intrufolassero nella sala prove dei My Bloody Valentine e iniziassero a smanettare con i vari pedali di Kevin Shields & co? Forse il risultato potrebbe essere qualcosa di simile al disco di Mr. Moon, che mi fa pensare proprio a una combinazione tra questi due gruppi, molto diversi tra loro, ma anche molto simili sotto certi punti di vista. Exhibit A: ascoltatevi pezzi come “Lovers in Japan” di Chris Martin e soci, che ha chiare influenze shoegaze, se pur sapientemente tradotte nello slang più commerciale della band.

Tornando a “Onwards,” le melodie sono zuccherose al punto giusto, ma non troppo stucchevoli. Quando il disco poi rischia di smielarsi troppo, ecco che arrivano momenti più introspettivi, come il pezzo “Lily of The Valley” o la bella “Paper Bones,” con richiami quasi post-punk.

Per finire lo riterrei un disco con un’anima indie, ma con ambizioni pop.

Carico i commenti... con calma