Dopo le canzonette commerciali dei 60 ("È l'amore", "La Torre", "Bella Ragazza" ecc...) e gli inquietanti capolavori "Sulle Corde di Aries" e "Clic", passando per gli stupendi sperimentalismi prog di "Fetus" e "Pollution", l'allora mago dell'elettronica Franco Battiato abbandona i buffi collage goliardici per regalare al suo pubblico l'ultimo lavoro sperimentale prima della conversione al pop.
Quello che ne esce fuori è questo disco ambiguo che per poco non fece fallire la Ricordi nel 1979. Solo due pezzi, di 14 e 18 minuti: "L'Egitto Prima delle Sabbie" (vincitore del premio Stockhausen per la musica elettronica) e "Sud Afternoon". L'ascolto di questi brani è difficilissimo, basti pensare che ognuna di queste tracce consiste esclusivamente nella ripetizione delle stesse (poche) note di pianoforte immerse nel più totale silenzio! L'unica variazione sta nella durata delle pause. Battiato dimostra di saperci fare benissimo con le stranezze, ma questo disco, dotato comunque di una magia rara nel panorama italiano, resta uno dei meno interessanti del cantante (ops... compositore!) Catanese. In seguito, Ser Franco pubblicherà "L'era del Cinghiale Bianco" regalando il più sbalorditivo cambio di rotta della storia della musica.
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