"You Can't Do That On Stage Anymore" è una mastodontica serie, in 6 volumi, di live album che coprono tutta la carriera di Frank Zappa, andando a ripescare frammenti di esibizioni live dagli anni '60 fino alla fine degli anni '80. Questo "Volume 2" invece, merita una menzione speciale se non altro perchè è l'unico a riproporre il meglio di una serie precisa di concerti, registrati a Helsinki nel '74.

In quell'occasione Zappa aveva al seguito una band piuttosto "ristretta", ma estremamente efficace nonchè collaudata, visto che la formazione -Chester Thompson (batteria), George Duke (tastiere), Ruth Underwood (percussioni), Napoleon Murphy Brock (voce, sax e flauto), Tom Fowler (basso)- è la stessa che suonò in album quali "Apostrophe" e "One Siza Fits All" (successivo a questo concerto), nonchè nel live "Roxy and Elsewhere" registrato pochi mesi prima della serata di Helsinki; lo stesso Zappa affermò che questa formazione era talmente affiatata, dopo mesi di spettacoli, che il set-list di questo concerto sarebbe potuto essere suonato alla perfezione pure da bendati, e se lo dice Frank c'è da credersi sulla parola.

La scaletta del concerto è in gran parte simile a quella del sopracitato "Roxy", ma  presenta delle ovvie aggiunte, come un entusiasmante versione completa di "Inca Roads" di 11 minuti, qui presente in tutta la sua gloria col mega assolo di chitarra di  Zappa  semplicemente fuori di testa; questa versione  la ritroveremo "tagliata" ed inserita nell'album "One Size Fits All", che resta grandiosa, ma che sfigura un pò all'ombra della sua controparte "originale". Si passa per la strumentale "RDNZL", qui in una versione più grezza rispetto alla controparte che ritroveremo 4 anni dopo nell'album "Studio Tan", fino ad "Approximate", jazz-fusion stile "Grand Wazoo". "Dupreee's Paradise" è un epico  blocco monolitico di 24 minuti che va in ogni direzione, con un tappeto ritmico da paura e assoli di basso, batteria, flauto che si susseguono in maniera straordinaria con il lavoro alla chitarra di Frank a fare da ciliegina sulla torta. Il culmine del concerto lo troviamo nel finale, quando uno spettatore chiese a Zappa di eseguire una cover di un pezzo degli Allman Brothers, "Whipping Post"; nè Zappa nè la band però aveva troppa familiarità col pezzo e così Zappa lo rielaborò a suo modo cominciando a suonare una strana versione di "Montana" con Frank che suonò talmente veloce da lasciare indietro il resto della band, quasi stordita da questa improvvisazione; ma la la band, capito l'andazzo, subitò si adattò, regalando una super-performance   (che dimostra che cazzarola di musicisti di livello abbia reclutato negli anni il baffone) con l'assolone di Zappa a completare il pezzo  che termina con una mega funk-jam che sfoscia nel  finale di "Big Swifty". La cosa divertente è che negli anni '80, tornando ad Helsinki, Zappa disse al pubblico: "guess what-we now know the song you requested back in'74" e suonò la cover degli Allman  che nel frattempo era diventata una costante nel suo repertorio-live. Fantastico.

Se siete nuovi a questa serie, vi consiglio di partire proprio da questo secondo capitolo, visto che si tratta, relativamente parlando, di un'unico concerto, anzichè un selvaggio assemblamento di diversi pezzi presi qua e là nell'immensa discografia dello zio Frank. Non so se questo possa definirsi il migliore live di Zappa, non avendoli sentiti tutti, ma di certo non sbaglierete nel procurarvelo.

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